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I grandi errori della gestione coronavirus in Lombardia, l’accusa arriva dai medici

La Federazione degli ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia denuncia i sette errori fondamentali nella gestione del coronavirus.

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Secondo la Federazione degli ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia, sono sette gli errori fondamentali commessi dalla Regione nella gestione dell’emergenza coronavirus:

  1. La mancanza di dati sull’esatta diffusione dell’epidemia, legata all’ esecuzione di tamponi solo ai pazienti ricoverati e alla diagnosi di morte attribuita solo ai deceduti in ospedale. I dati sono sempre stati presentati come “numero degli infetti” e come “numero dei deceduti” e la mortalità calcolata è quella relativa ai pazienti ricoverati, mentre il mondo si chiede le ragioni dell’alta mortalità registrata in Italia, senza rendersi conto che si tratta solo dell’errata impostazione della raccolta dati, che sottostima enormemente il numero dei malati e discretamente il numero dei deceduti.
  2. L’incertezza nella chiusura di alcune aree a rischio
  3. La gestione confusa della realtà delle RSA e dei centri diurni per anziani, che ha prodotto diffusione del contagio e un triste bilancio in termini di vite umane (nella sola provincia di Bergamo 600 morti su 6000 ospiti in un mese)
  4. La mancata fornitura di protezioni individuali ai medici del territorio (MMG, PLS, CA e medici delle RSA) e al restante personale sanitario. Questo ha determinato la morte di numerosi colleghi, la malattia di numerosissimi di essi e la probabile e involontaria diffusione del contagio, specie nelle prime fasi dell’epidemia.
  5. La pressoché totale assenza delle attività di igiene pubblica (isolamenti dei contatti, tamponi sul territorio a malati e contatti, ecc…)
    6) La mancata esecuzione dei tamponi agli operatori sanitari del territorio e in alcune realtà delle strutture ospedaliere pubbliche e private, con ulteriore rischio di diffusione del contagio.
  6. La mancata esecuzione dei tamponi agli operatori sanitari del territorio e in alcune realtà delle strutture ospedaliere pubbliche e private, con ulteriore rischio di diffusione del contagio.
  7. Il mancato governo del territorio ha determinato la saturazione dei posti letto ospedalieri con la necessità di trattenere sul territorio pazienti che, in altre circostanze, avrebbero dovuto essere messi in sicurezza mediante ricovero.

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Coronavirus in Lombardia: qualcosa non ha funzionato

I medici accusano la Regione Lombardia di non aver gestito bene l’emergenza coronavirus, parlando di disastro. Nonostante la tanto sbandierata efficienza delle istituzioni del Nord c’è qualcosa che proprio non ha funzionato, visto che la diffusione del covid 19 è stata massiccia proprio in Lombardia, dove si continua a pagare un prezzo altissimo in termini di morti e malati.

La situazione disastrosa in cui si è venuta a trovare la nostra Regione, anche rispetto a realtà regionali viciniori, può essere in larga parte attribuita all’interpretazione della situazione solo nel senso di un’emergenza intensivologica, quando in realtà si trattava di un’emergenza di sanità pubblica. La sanità pubblica e la medicina territoriale sono state da molti anni trascurate e depotenziate nella nostra Regione” scrivono i medici che accusano le istituzioni lombarde.

A questo punto ci si chiede: questa gestione tutt’altro che perfetta dell’emergenza coronavirus in Lombardia, può essere stata la causa che ha accelerato il processo di diffusione in tutta Italia?

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