Gabbiadini e Napoli: «Non ha funzionato, ma resterà sempre nel mio cuore»

Video. Gabbiadini: "Che emozione Napoli, il San Paolo e la città"

Niente trofei da esibire, ma una carriera costruita con passione e serietà. Manolo Gabbiadini, oggi all’Al Nasr negli Emirati Arabi Uniti, si racconta in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, parlando di presente, passato e futuro con serenità e orgoglio.

«I trofei non li posso esporre, ma valgono tanto perché raccontano pezzi di vita – dice –. Un puzzle bellissimo fatto di esperienze, culture e persone incontrate lungo il cammino.»

La scelta di Dubai e la nuova vita
Nel giugno 2023, dopo i problemi economici della Sampdoria, Gabbiadini ha scelto Dubai per una nuova avventura: «È stata più una scelta di vita che sportiva – spiega –. Ranieri mi voleva a Cagliari, ma non volevo aspettare gli ultimi giorni di mercato. È arrivata l’offerta dagli Emirati e a questo punto della mia carriera era giusto pensarci.»

Nonostante una recente lesione al tendine dell’adduttore, l’ex attaccante della Samp racconta di trovarsi bene: «All’inizio eravamo preoccupati per mio figlio Tommaso, ma dopo sei mesi si è ambientato. Ora lui e il fratellino Nicolò non sono molto contenti quando dobbiamo tornare in Italia.»

Il calcio negli Emirati e il ritmo di vita
Gabbiadini parla di un calcio diverso rispetto all’Italia: «Il livello è altalenante: ci sono partite belle e altre molto scadenti. Mi mancano i tifosi, l’atmosfera di Marassi e delle trasferte italiane. Qui giochi anche davanti a 500 spettatori, ma per le partite importanti si arriva a 30.000.»
Allenamenti gestiti in base alle temperature e tanta flessibilità: «In Italia se arrivi un minuto tardi ti multano, qui se ritardi di due o tre minuti è normale. Ma poi in campo si dà sempre il massimo.»

Il futuro dopo il calcio
Gabbiadini guarda già avanti: «Mi piacerebbe allenare i ragazzi. Sono paziente, vorrei iniziare dai più piccoli e poi vedere dove posso arrivare.»

I momenti indimenticabili
Tra i ricordi più belli, la doppietta in finale di Coppa di Lega inglese contro il Manchester United a Wembley: «Uscì all’83’ e Mourinho venne a stringermi la mano. Poi purtroppo segnarono loro e perdemmo.»
Il più grande rammarico? «La mancata qualificazione al Mondiale contro la Svezia. Una ferita per tutta l’Italia.»

Un grazie speciale
Gabbiadini non dimentica chi ha creduto in lui: «Devo tanto a Ciro Ferrara. Quando giocavo poco all’Atalanta, mi chiamò comunque in Under 21. I suoi gol cambiarono la mia carriera.»

Il bilancio di una carriera felice
«Potevo fare di più, ma anche meno – conclude Gabbiadini –. Sono felice di quello che ho costruito. Ho vissuto esperienze umane importanti, ho conosciuto culture diverse e ho sempre cercato di essere una brava persona. Va bene così.»

Nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Manolo Gabbiadini ha ricordato anche la sua esperienza a Napoli, sottolineando il legame rimasto nonostante le difficoltà:
«Napoli mi è rimasta dentro, anche se lì non ha funzionato come speravo. Ho comunque bei ricordi di quella tappa. La stagione 2014-2015, divisa tra Sampdoria e Napoli, è forse stata la mia migliore, con 15 gol segnati in Serie A. A Napoli ho trovato una bellezza particolare che porto con me.»

Gabbiadini ha ammesso che, se potesse cambiare qualcosa nella sua carriera, forse ripenserebbe proprio a quel periodo, ma senza rimpianti: «Ho vissuto esperienze che mi hanno arricchito, anche a Napoli.»