Corriere dello Sport: “Napoli, sono cose da Paz”

COMO – La capolista se ne va. Letteralmente. Alle 13.30 in punto, quando inizia il secondo tempo, il Napoli sparisce dal campo e il primo posto cola a picco nelle acque del lago di Como. È il Como di Fabregas a infliggere il colpo fatale ai campioni d’Italia, replicando la prestazione che aveva messo al tappeto la Fiorentina. La chiave? L’ispirazione spagnola unita alla freschezza di Nico Paz e Assane Diao, appena 39 anni in due, simboli di quel talento e quella sfrontatezza che al Napoli sembrano mancare nei momenti decisivi.
La fotografia perfetta di una disfatta annunciata, quella di febbraio, un mese nero in cui la squadra di Conte non ha mai vinto, raccogliendo appena 3 punti in quattro partite e perdendo l’imbattibilità dopo dieci giornate. Il regalo all’Inter è servito: il primato vola alla Pinetina, distante appena venti chilometri, a sei giorni dallo scontro diretto che potrebbe valere una fuga o un clamoroso ribaltone. Per ora, però, è la bandiera nerazzurra a sventolare in vetta.
Ma basterà lo scontro diretto al “Maradona” per rimettere in piedi un Napoli così fragile? Fabio Mandarini, inviato del Corriere dello Sport, fotografa perfettamente il momento: “Per battere i campioni d’Italia e recuperare il primo posto servirà molto più di quanto visto ieri. Soprattutto sul piano mentale.” Perché il crollo al “Sinigaglia” non è stato solo tattico o fisico, ma profondamente psicologico. Conte stesso lo ammette: “È mancata fame e cattiveria.” E le parole di Raspadori e Spinazzola non fanno che confermare: “Il problema è mentale.”
La ripresa è stata un vero incubo. Dopo un primo tempo controllato e giocato a buon ritmo, il Napoli si è dissolto. Eppure, dopo il clamoroso autogol di Rrahmani al 7’, un tentativo di passaggio a Meret mal calibrato che si è trasformato in un tiro letale, gli azzurri avevano reagito con forza. Il pareggio immediato di Raspadori e l’assedio offensivo sembravano aver rimesso la gara sui binari giusti: 58.8% di possesso palla, sette tiri a uno, duelli vinti in netta superiorità. Ma la ripresa ha ribaltato tutto.
Fabio Mandarini, esperto osservatore delle dinamiche tattiche, mette il dito nella piaga: “Il Napoli è crollato senza spiegazioni logiche. Il Como ha alzato la pressione, ha vinto i duelli e ha tolto ogni punto di riferimento agli azzurri, lasciandoli senza idee e soluzioni.” Lukaku, fantasma in campo con appena otto palloni toccati e zero tiri, è stato la sintesi della sterilità offensiva. E i cambi di Conte non hanno migliorato la situazione: Anguissa, preoccupato dalla diffida e poco incisivo, Ngonge evanescente e Simeone, entrato al posto di Lukaku, troppo leggero per reggere il peso dell’attacco.
E così, quando Fabregas ha deciso di crederci inserendo Cutrone, la partita è cambiata. È proprio l’ex Milan a rubare palla a centrocampo e a lanciare il contropiede vincente rifinito da Nico Paz e chiuso da Diao. I due baby prodigi che hanno fatto fuori prima la Fiorentina e ora il Napoli.
Il Corriere dello Sport sottolinea come il Napoli abbia fallito proprio quando serviva alzare il livello. I fantasmi della scorsa stagione sono riapparsi nei momenti clou. E ora il peso psicologico rischia di travolgere un gruppo che, dopo aver dominato per nove settimane, si ritrova a inseguire. L’Inter di Inzaghi ringrazia, mentre Conte dovrà ricostruire la fiducia in fretta, prima che il sogno scudetto scivoli via del tutto.
Sabato al “Maradona” contro l’Inter non ci sarà spazio per altri blackout. E il Napoli dovrà dimostrare di essere più forte delle proprie paure. Altrimenti il crollo di Como rischia di diventare l’inizio della fine.