Maka Khachoshvil, mediatrice culturale georgiana a Napoli, ha rivelato un retroscena su Khvicha Kvaratskhelia.
L’effetto Khvicha Kvaratskhelia è inarrestabile: i suoi gol e le sue prodezze stanno portando la squadra di Spalletti verso traguardi impensabili ad inizio di stagione. In Georgia, Khvicha è ormai un eroe nazionale e un leader politico dopo aver sostenuto i manifestanti in protesta per una legge ritenuta filo-russa. A Napoli, la comunità georgiana, che conta molti più membri dei 740 registrati dall’Istat, segue con entusiasmo le gesta del giovane calciatore.
È nato un gemellaggio spontaneo tra napoletani e georgiani, simile al feeling che lega i napoletani agli argentini. In città si possono vedere le bandiere biancorosse soprattutto nel centro storico, dove si trova anche la chiesa ortodossa georgiana. Il punto di riferimento per la comunità georgiana in città è Maka Khachoshvili, mediatrice culturale con una laurea in Scienze politiche, che lavora con scuole, procura, prefettura ed ospedali. Grazie a Khvicha, tanti bambini georgiani a Napoli hanno trovato l’inserimento sociale e fanno a gara per essere amici dei nostri figli. La comunità georgiana ha anche fondato la prima biblioteca georgiana in città. Maka Khachoshvili spera di incontrare Khvicha il 2 aprile durante la partita Napoli-Milan e ringraziarlo per tutto quello che sta facendo per la Georgia.
La mediatrice culturale georgiana ha parlato in esclusiva con il giornalista Donato Martucci per il Corriere del Mezzogiorno.
La mediatrice georgiana e il retroscena su Kvaratskhelia
«Lavoro con otto scuole, procura, prefettura ed ospedali. E ora – sorride – cerco anche di procurare i biglietti per lo stadio Maradona. Perché alle gara di Kvara non si può mancare, lui per noi è un mito, una vera locomotiva per il nostro paese che proprio come la nuova generazione georgiana guarda all’Europa. Ed è amato anche per i suoi gesti patriottici: spesso indossa calzini con la bandiera georgiana e questo ci rende orgogliosi».
I georgiani di stanza in città non si perdono una gara del Napoli. E affollano i pub e locali del centro storico di Napoli dotati di maxischermo.
«Si sentono boati ed esultanze: quando segna Kvara, poi, è una festa. Lui è un artista – insiste Maka – uno che dipinge in campo. Sta scrivendo pagine di storia moderna: per il nostro paese è un punto di riferimento e ha ridato la dignità al suo popolo. Io sono testimone di tutto questo e ne sono felice».
Kvaratskhelia ha aiutato i bambini georgiani ad integrarsi
«Tanti bambini georgiani a Napoli avevano difficoltà ad inserirsi nel tessuto sociale, non solo per problemi di lingua, ma tutto è cambiato con l’arrivo di Kvara a Napoli. Ora, fanno a gara per essere amici dei ragazzi georgiani. Questo è un altro piccolo miracolo di Khvicha. Un ragazzo che si è sempre concentrato sugli obiettivi. Voleva questa strada e l’ha percorsa: è un simbolo della Georgia. Sentire i napoletani che ci definiscono fratelli per me è motivo di orgoglio».
A Napoli, grazie anche alla cooperativa Dedalus, è nata anche la prima biblioteca georgiana. All’inaugurazione è intervenuto lo scrittore georgiano Giorgi Kekelidze, che sta preparando un libro su Kvara:
«Sarà un’opera sulla sua storia – racconta Maka – e sta collaborando anche il padre del calciatore Badri. Aiuto due amiche con delle agenzie di viaggio per favorire il turismo in Georgia. E per motivi di lavoro non ho visto ancora una gara del Napoli: mi rifarò presto e il 2 aprile (Napoli-Milan, ndr) vorrei andare allo stadio, magari chissà riuscirò a incontrare Khvicha: lo ringrazierò per quello che sta facendo e farà per la nostra Georgia».