Maurizio Sarri è reduce da uno scudetto vinto (il primo in carriera), eppure, ad oggi 6 agosto, il suo esordio alla guida della Juventus non si può certo considerare memorabile. L’ex tecnico di Napoli e Chelsea non è riuscito a dare il suo imprinting alla squadra, e ha miseramente fallito sia in Coppa Italia che in Supercoppa italiana, due obiettivi francamente alla portata dei bianconeri (a giudicare dal divario tecnico e societario tra club piemontese e dirette rivali, Lazio e Napoli). Secondo i bene informati la Champions League fungerà da spartiacque. Il Lione sarà dunque, “l’esame di laurea”. I calciatori bianconeri dovranno ribaltare il club transalpino (1-0 all’andata al Groupama Stadium, ndr) per riabilitare le chance di conferma del proprio allenatore.
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Le dichiarazioni
Proprio oggi, Sarri ha parlato nella consueta conferenza stampa di presentazione del match e le dichiarazioni sul suo futuro sono quantomeno sibilline: “Se vorranno cambiare allenatore lo avranno già deciso…”. Sulla partita, invece, Sarri non si sbilancia: “E’ una gara importante, vogliamo entrare nell’élite del calcio mondiale, ma non voglio parlare di pessimismo od ottimismo. Siamo reduci da uno scudetto vinto. Ora però è già tempo di un’altra battaglia e il passato non conta”.
La stampa del nord inizia a valutare le alternative
Con le sue parole Sarri getta il classico sasso nello stagno. La stampa del nord, specie quella di Milano (che non ha mai amato il tecnico toscano per la verità) valuta queste dichiarazioni come una sorta di addio anticipato. Conte potrebbe anche lasciare clamorosamente l’Inter (pare che Zhang non abbia apprezzato l’ultima uscita dell’allenatore leccese nonché cuore bianconero) e Allegri potrebbe anche pensare di tornare. Alla Champions l’arduo verdetto. Francamente, anche se il risultato dell’andata penalizza la Vecchia Signora, è difficile pensare a un risultato diverso dalla vittoria. La Francia non ha ripreso il campionato dopo il lockdown ed è dunque improbabile aspettarsi un Lione arrembante, dal momento che a prescindere dalle ovvie considerazioni sulla tenuta atletica, mancheranno misure e automatismi che, chi ha giocato a calcio lo sa, si acquisiscono solo con le gare ufficiali.
E’ mai esistito il sarrismo lontano da Napoli?
E’ la fine del Sarrismo? Siamo onesti, il sarrismo è esistito solo a Napoli. E dunque ben possibile, come sostiene peraltro l’allenatore Gino De Canio, che Sarri, nella sua esperienza napoletana, abbia saputo far fruttare il lavoro impostato da Rafa Benitez. Secondo alcuni allenatori, infatti, il sarrismo in salsa partenopea (l’unico che sia mai esistito), è da considerarsi un’evoluzione della filosofia beniteziana sin prisa pero sin pausa. Ipotesi affascinante, ma tutta da dimostrare.
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