Dopo il rigore negato ad Osimhen in Napoli-Milan, ci si chiede quando può intervenire il Var in Serie A? Il protocollo è spiegato sul sito dell’Aia che riporta tutti i dettagli. Nell’ultima giornata di Serie A ci sono stati diversi episodi dubbi, che portano a chiedere quando possa effettivamente intervenire il Var durante una partita di calcio. La tecnologia doveva servire per azzerare errori e polemiche, ma l’astio dei direttori di gara a revisionare le proprie decisioni al monitor è ancora troppo alta.
È il caso di Orsato che non fischia un rigore netto su Osimhen per fallo su Tomori e non si affida al Var per prendere una decisione che può valere uno scudetto.
Quando può intervenire il Var in Serie A
Sul sito ufficiale dell’Aia ci sono le spiegazioni del protocollo Var. Il Video Assistant Referees è un importante strumento nella mani degli arbitri, ma nonostante due uomini in sala Var le decisioni vengono sempre contestate.
Ecco il regolamento completo su quando può intervenire il Var ed il relativo protocollo:
1. Un VAR è un ufficiale di gara, con accesso indipendente ai filmati della gara, che può assistere l’arbitro soltanto in caso di “chiaro ed evidente errore” o “grave episodio non visto” in relazione a: a. rete segnata / non segnata b. calcio di rigore / non calcio di rigore c. espulsione diretta (non seconda ammonizione) d.scambio d’identità (quando l’arbitro ammonisce o espelle il calciatore sbagliato).
2. L’arbitro deve sempre prendere una decisione, ciò vuol dire che all’arbitro non è consentito omettere una decisione e poi utilizzare il VAR per assumerla; la decisione di consentire al gioco di proseguire dopo una presunta infrazione può sempre essere riesaminata.
3. La decisione iniziale assunta dall’arbitro non sarà modificata a meno che la revisione video non mostri palesemente che la decisione era un “chiaro ed evidente errore”.
4. Solo l’arbitro può iniziare una “revisione”; il VAR (e gli altri ufficiali di gara) possono solo raccomandare una “revisione” all’arbitro.
5. La decisione finale viene sempre presa dall’arbitro, o in base alle informazioni del VAR o dopo che l’arbitro ha intrapreso una “revisione sul campo” (OFR = On Field Review).
6. Non c’è un limite di tempo per il processo di revisione poiché l’accuratezza della decisione è più importante della rapidità nel prenderla.
7. Quando una decisione viene riesaminata, i calciatori e i dirigenti non devono circondare l’arbitro o tentare di influenzare il processo di revisione o la decisione finale.
8. L’arbitro deve rimanere “visibile” durante il processo di revisione per garantire trasparenza.
9. Se il gioco prosegue dopo un episodio che poi viene riesaminato, qualsiasi provvedimento disciplinare assunto / dovuto durante il periodo susseguente l’episodio non viene annullato, anche se la decisione iniziale viene cambiata (tranne il caso di un’ammonizione o un’espulsione comminata per aver interrotto o interferito con un attacco promettente o un DOGSO).
10. Se il gioco è stato ripreso, l’arbitro non può effettuare una “revisione” tranne che per un caso di scambio d’identità o per una potenziale infrazione da espulsione relativa a condotta violenta, all’atto di sputare, mordere o all’agire in modo estremamente offensivo e/o ingiurioso.
11. Il periodo di gioco che può essere rivisto prima e dopo un episodio è determinato dalle Regole del Gioco e dal protocollo VAR.
12. Poiché il VAR controllerà automaticamente ogni situazione / decisione, non vi è necessità che gli allenatori o i calciatori richiedano una “revisione”.