Faouzi Ghoulam: «Napoli mi ha preso il cuore, non riuscirei mai a vestire un’altra maglia»

Dal trentatreesimo piano della Torre Francesco, nel cuore del Centro Direzionale di Napoli, Faouzi Ghoulam si affaccia sulla città che è stata sua per otto intensi anni. In un’intervista rilasciata a Il Mattino, a firma di Bruno Majorano, l’ex terzino azzurro si racconta con emozione e nostalgia. «Mi sento napoletano», ripete con fermezza. Ogni ritorno nella città partenopea è per lui un colpo al cuore. «Non mi basta mai il tempo che trascorro qui, finisco sempre con l’avere l’amaro in bocca. Napoli è stata un passaggio fondamentale della mia vita, non solo dal punto di vista professionale ma soprattutto umano».
Difensore della città, dentro e fuori dal campo
Appena arrivato, Ghoulam ha percepito immediatamente la rivalità tra Nord e Sud. «Per me era naturale difendere Napoli, una città che mi ha adottato. Mi sento una persona del Sud», afferma. Questo senso di appartenenza lo ha reso una figura ancora oggi amata dai tifosi. «La nostra è stata una generazione di calciatori che ha dato tutto per la maglia. Ogni partita era una battaglia per la città, non per l’orgoglio personale».
Lo scudetto vissuto da tifoso
Anche se non da protagonista in campo, Ghoulam ha festeggiato il terzo scudetto del Napoli come se lo avesse conquistato. «Ero in Francia, ma l’ho vissuto con paura, temendo che potesse sfuggire all’ultimo. Quando è arrivato, ho provato un senso di appagamento. Era come se anche io lo stessi aspettando da 33 anni. Vincere per me non è mai stato una questione personale, ma un fatto collettivo: volevo che Napoli vincesse per i napoletani».
Un ciclo che può continuare
Guardando all’attualità, Ghoulam è fiducioso: «Dopo lo scudetto, pensavo che servissero almeno due anni per rivedere il Napoli in alto, invece con Conte la squadra ha accelerato. Se anche non dovesse vincere, non sarebbe un fallimento. Sono state gettate le basi per un ciclo». Ricorda bene cosa significhi inseguire, come nel 2018, con i famosi 91 punti. «Quando sei dietro, la pressione è enorme. Può portare a commettere errori. Ma i tifosi faranno la differenza: al Maradona spingono sempre, e gli avversari si spengono».
Gli allenatori del cuore
Tra i suoi allenatori, Gattuso e Sarri hanno lasciato il segno. «Rino è stato come un fratello. Un uomo del Sud, intenso, diretto. Mi ha dato tanto. Sarri invece è stato maniacale nella tattica: mai fatto così tanto lavoro nella mia vita, ma mi è servito tantissimo».
Il futuro di Ghoulam
Oggi, Ghoulam guarda avanti. A 34 anni, studia per diventare allenatore o direttore sportivo, ma nel frattempo si dedica alla tv e alla comunicazione. «Mi piace parlare di calcio e confrontarmi con gli altri. Aspetto anche mio fratello Koulibaly per capire cosa vogliamo fare insieme in futuro». Prima di lasciare la redazione, Ghoulam ha voluto informarsi sulla tragedia del Faito e ha mandato un abbraccio alle famiglie coinvolte: «Questa sarà sempre la mia terra».