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Ancelotti non rinuncia al turnover, sette formazioni diverse. C’è un aspetto che in pochi hanno notato

Ancelotti non rinuncia al turnover sette formazioni in sette gare. Contro il Genk il tecnico cambia ancora. Ecco la logica dietro al turnazione del Napoli
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Sette formazioni su sette, mai la stessa formazione.  Ancelotti non rinuncia al turnover. Qualcuno ha ipotizzato che Carlo Ancelotti stia lavorando ancora alla fase sperimentale e non ha certezze. Qualcun altro, invece, è convinto che un turnover esagerato potrà creare problemi nel tempo.
Il tecnico del Napoli , scrive la gazzetta, va avanti per la sua strada. D’altra parte, uno della sua esperienza non è facilmente condizionabile, lui crede nelle proprie idee le e porta avanti con ragionevolezza.
Il turnover non è un vezzo, ovviamente.  Gli serve per preservare i suoi giocatori e per tenere unito il gruppo.

Ci ricorre sistematicamente, perché è consapevole della qualità dell’organico che ha disposizione. «Se non avessi dei ricambi all’altezza dei titolari, è chiaro che tanti cambiamenti non li farei», ha chiarito.
Questione tattica al di là della questione fisica, il turnover di Ancelotti ha anche una spiegazione tattica.

Fin qui, ha provato moduli diversi e per ciascuno ha utilizzato i calciatori che meglio si addicono alle sue esigenze.
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Un aspetto del turnover di Ancelotti che in pochi hanno notato è quello relativo al criterio dell’alternanza, che nasce anche dalla necessità di permettere ai giocatori di riprendersi dai traumi riportati in partita.

Rispetto al passato, una squadra che riesce ad andare avanti in tutte le competizioni in cui è impegnata, può giocare oltre 50 partite.
Il che significa andare in campo quasi ogni 3 giorni, un tempo ristretto, che non consente agli allenatori di poter svolgere il lavoro settimanale e non permette ai giocatori di recuperare del tutto.

E ciò può creare problemi sulla tenuta nel momento in cui arriva il freddo e i primi campi pesanti.
Un aspetto che Ancelotti e il suo staff curano con particolare attenzione per evitare infortuni e per arrivare in primavera e, dunque, nella fase finale del campionato, in buone condizioni per affrontare l’eventuale sprint finale.