Calcio Napoli

Insigne saluta Napoli: L’amore per la sua gente e il rammarico per lo Scudetto

Insigne saluta Napoli, contro il Genoa al Maradona l’ultima partita in azzurro, finisce l’avventura cominciata nel 2006.

Lorenzo Insigne, oggi giocherà l’ultima partita al Maradona. In dieci stagioni il capitano ha vinto tre trofei, ma resta il rammarico Scudetto.

INSIGNE-NAPOLI UNA STORIA COMINCIATA NEL 2006

La storia tra Insigne e il Napoli ebbe inizio nel 2006: Giuseppe Santoro detto Peppe, oggi team manager e allora direttore del settore giovanile, spiegò al club di aver trovato un genietto di neanche 15 anni da prendere assolutamente. E così fu: Santoro parlò con il presidente della scuola calcio Olimpia Sant’Arpino, investì 1.500 euro e un po’ di palloni e con un colpo da maestro inaugurò la saga azzurra di Lorenzo Insigne. Il futuro capitano. Uno che al calcio aveva quasi rinunciato dopo essere stato scartato dall’Inter e dal Torino – troppo piccolo, troppo esile -, e che un anno fa ha conquistato l’Europeo con la 10 dell’Italia. Con il Napoli, invece, ha lottato per lo scudetto, ha segnato al Bernabeu con il Real e al Camp Nou con il Barça, ha sfilato in Champions, in Europa League, in Coppa Italia conquistandola nel 2014 e nel 2020 e in Supercoppa alzandola nel 2014.

INSIGNE SALUTA IL NAPOLI

Con il Genoa, Insigne è pronto (ma lo sarà davvero?) a dire addio al suo pubblico allo stadio San Paolo, che nel frattempo è diventato Maradona dopo la scomparsa del più grande simbolo e capitano del Napoli.

Quel Diego di cui Lorenzo ha raccolto l’eredità pesantissima e che se oggi fosse qui probabilmente rassicurerebbe il capitano azzurro in un momento alquanto turbolento sul piano delle emozioni.

Di lacrime, Insigne ne ha spese già parecchie dal momento dell’ufficializzazione del passaggio al Toronto a partire dall’estate prossima. E anche oggi non farà eccezione.

RAMMARICO PER LO SCUDETTO

Sono 121 i goal messi a segno da Insigne in tutte le competizioni in 432 presenze, secondo nella classifica all time del Napoli in coabitazione insieme con Hamsik e alle spalle di Mertens. Quarto nelle classifiche tra goal e presenze in Serie A (95 e 335).

In dote anche tre trofei: due Coppe Italia, nelle edizioni 2013 e 2020, e una Supercoppa Italiana nel 2014. Un bottino non proprio scarno, specialmente in una piazza non abituata a vincere titoli con frequenza.

Eppure tutto ciò non basta per garantirgli l’amore incondizionato dell’intera tifoseria del Napoli, con qualcuno che gli addossa la responsabilità di essere manchevole nei momenti topici della stagione.

A pesare e influenzare il giudizio su di lui è la mancata vittoria dello Scudetto. Per due volte c’è andato vicino, con Sarri prima e con Spalletti poi, ma in entrambi i casi è rimasto a bocca asciutta. Lui in primis, come tutti i suoi tifosi.

Un sogno nel cuore che per ben due volte è andato in frantumi, andando in qualche modo a inquinare anche il rapporto tra il capitano e la sua gente.

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