Gazzetta dello Sport: “Napoli, un muro da rifare”

Nonostante infortuni a raffica e una stagione piena di imprevisti, la difesa del Napoli si conferma il pilastro su cui Antonio Conte ha costruito la sua legittima “linea di salvataggio”. Lo scrive Antonio Giordano sulle colonne della Gazzetta dello Sport, tracciando un profilo della retroguardia azzurra che in 32 giornate ha subito appena 25 gol: nessuno ha fatto meglio in Serie A.
Un autentico muro, modellato giorno per giorno tra cambi forzati e nuovi equilibri. Il tecnico salentino ha dovuto fare i conti con gli stop di Buongiorno (fuori già a dicembre), Spinazzola, Olivera e, ultimamente, anche con il forfait del capitano Di Lorenzo. Eppure, il Napoli ha saputo reinventarsi, variando tra linea a tre e a quattro, affidandosi al sacrificio degli esterni e al supporto continuo del centrocampo.
Domani a Monza, in assenza di Juan Jesus e con Buongiorno ancora ai box, toccherà alla coppia inedita Rrahmani–Rafa Marin. Il primo è il vero stakanovista della rosa con oltre 2.860 minuti giocati in stagione; il secondo è il giovane spagnolo ex Real Madrid, al debutto da titolare in campionato, reduce fin qui da soli 23 minuti complessivi.
Come ricorda Giordano, il Napoli ha attraversato 14 giornate senza subire gol o quasi, permettendo ai suoi portieri di tornare negli spogliatoi con la rete inviolata e il sorriso. Nelle cinque principali leghe europee, solo l’Atlético Madrid (26 gol subiti in 31 gare), il Paris Saint-Germain (26 in 28) e l’Arsenal (27 in 32) tengono testa agli azzurri: tutti club semifinalisti di Champions League, a testimonianza dell’altissimo livello.
Ma non è solo una questione di numeri. È anche la capacità di Conte di organizzare una difesa solida, adattandosi all’emergenza, ad aver fatto la differenza. “La fortuna aiuta gli audaci o chi sa organizzarsi”, scrive Giordano. E il Napoli, nonostante l’assenza per 11 partite del suo investimento difensivo più rilevante (Buongiorno), ha continuato a resistere.
Contro l’Empoli è arrivato un clean sheet fondamentale, il primo dopo la gara di Venezia e soprattutto dopo una striscia negativa cominciata lo scorso 12 gennaio, in cui per 10 volte su 11 si era incassato almeno un gol. A Monza, servirà continuità. Perché se l’attacco può decidere le partite, la difesa – oggi più che mai – può ancora decidere un campionato.