Calcio Napoli

Bruscolotti: “Allenamenti a porte aperte al Maradona per far vergognare i calciatori”

L’ex capitano del Napoli, Beppe Bruscolotti, lancia un’idea radicale: allenare la squadra a porte aperte al Maradona per esporre i calciatori al dissenso dei tifosi dopo l’ennesima sconfitta.

Dopo l’ennesima sconfitta stagionale del Napoli contro l’Empoli, arriva un’idea shock da parte di un simbolo della storia azzurra: Beppe Bruscolotti. L’ex glorioso capitano partenopeo non ha usato giri di parole per esprimere tutto il proprio disappunto verso l’atteggiamento dei calciatori attuali.

“Da martedì porterei la squadra in ritiro e poi la farei allenare per qualche giorno al Maradona a porte aperte”, è stata la drastica proposta dell’ex difensore ai microfoni di Canale 21. Una mossa che assumerebbe i contorni di una vera e propria sfida al braccio di ferro con la rosa.

Bruscolotti: “Far sentire cosa pensa la gente”

Il motivo di questa iniziativa sarebbe quello di “far sentire ai calciatori quello che la gente pensa di loro”, come ha spiegato lo stesso Bruscolotti senza troppi giri di parole. Un’esposizione al dissenso e alle critiche pungenti dei tifosi, evidentemente stufi dell’atteggiamento e dei risultati della squadra.

“Manca l’amor proprio, non c’è nulla. È stato uno spettacolo indegno quello visto contro l’Empoli”, ha proseguito ancora più duramente l’ex capitano, chiamando direttamente in causa il poco impegno profuso dai calciatori in campo.

Parole che non lasciano spazio ad alcuna giustificazione, così come l’idea di allenamenti sotto gli occhi inesorabili dei tifosi assume le sembianze di una pubblica punizione per scuotere gli animi della rosa.

Un’iniziativa estrema per svegliare l’orgoglio

Aprire le porte della sacra casa del Maradona durante gli allenamenti rappresenterebbe un vero e proprio esercizio di umiliazione secondo Bruscolotti, con i giocatori costretti ad ascoltare fischi, critiche e insulti dei propri stessi supporter per riacquisire quel senso di vergogna e reazione che sembra essersi smarrito.

“Io sono stato in mezzo al campo e so cosa significa”, ha concluso con il richiamo alla sua passata carriera da guerriero in maglia azzurra. Quasi a sfidare gli attuali calciatori a ritrovare lo stesso spirito e orgoglio che lo hanno sempre contraddistinto.

Un’idea comunque estrema e radicale nella sua criticità, figlio delle enormi aspettative deluse di una piazza come quella partenopea, ormai stanca di accettare questi continui deludenti passi falsi. Una provocazione in piena regola per scuotere un ambiente in evidente crisi di fiducia e risultati. Una scommessa forte, diretta e coraggiosa per risvegliare gli animi e rialzare la stagione attuale prima che possa ulteriormente precipitare nell’anonimato più totale.

Bruscolotti: "Allenamenti a porte aperte al Maradona per far vergognare i calciatori"

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