Napoli risponde a Feltri. L’avvocato Famiglietti sul quotidiano il Roma replica alle accuse del giornalista, citando Ascierto e la cultura napoletana.
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Meridionali inferiori? Napoli risponde a Feltri e lo fa con il solito garbo e acume. Gennaro Famiglietti, avvocato e presidente dell’Istituto di Cultura Meridionale, sul quotidiano il Roma, replica alle accuse del direttore di Libero.
“La cultura non sostenuta dal buon senso è raddoppiata follia”. Baltasar Gracian, gesuita, scrittore e filosofo spagnolo è particolarmente efficace in questo tentativo di comprendere l’ennesima uscita scomposta di un intellettuale di rango, oggi al servizio di una editoria nordista figlia di questi tempi.
Per anni ho considerato Vittorio Feltri un professionista colto e raffinato. Sono tutt’ora dell’idea che resti a suo modo un uomo e un giornalista erudito e di spessore. Ma che da ultimo gli venga spesso meno quell’equilibrio intellettuale, quel senno, che il più delle volte tiene lontani dall’essere avventati, oltraggiosi e perfino razzisti“.
NAPOLI RISPONDE A FELTRI
“L’ultima uscita del direttore supera di gran lunga per tracotanza e faziosità le sue pur ricorrenti provocazioni offensive e divisive. E merita tutte le indignate e legittime reazioni di questi giorni.
Repliche di varia natura che mi ispirano, però, una riflessione più meditata e meno di pancia, che tiene insieme editoria e politica, cultura e democrazia.
Purtroppo non è la prima volta che Feltri si lascia andare al suo livore anti Napoli e anti meridionale. E non ho mai capito, per la verità, se la sua protervia nordista sia vera, cioè sentita e originale. Oppure, scelleratamente, sia frutto di una rappresentazione di sé in uno con scelte editoriali strumentali.
Mi riferisco non solo a quell’operazione mirata che talvolta direttori e editori mettono in essere nel tentativo di lisciare il pelo ai propri lettori/ascoltatori e per questa via vendere una copia o conquistare un punto percentuale di share in più.
Ma soprattutto a strategie di comunicazioni funzionali a tutelare gli interessi di un Nord produttivo e populista. Quest’ultima volta Feltri ha oltrepassato i limiti. È senz’altro vero.
Ma è troppo istruito e colto per non ricordare i primati e le eccellenze culturali del Sud e della sua civiltà millenaria.
Potremmo qui fare l’elenco delle primazie economiche, scientifiche, sociali e culturali del Meridione e della sua capitale, Napoli, quando il Nord era poco più della montanara Val Brembana.
Ma Napoli e il Mezzogiorno d’Italia non devono dimostrare più nulla a nessuno. Per loro parla la storia e quanti, filosofi, poeti e scrittori di rango internazionale, l’hanno cantata.
E allora? Per capire cosa ispira tanto odio contro il sud, conviene soffermarsi sul fatto che l’ultima uscita del direttore editoriale di “Libero”, quella che ha indignato tutti noi, è andata in onda su Rete 4, debitamente e sapientemente provocata in una trasmissione dal chiaro stampo populista”.
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ASCIERTO, LE ECCELLENZE E LA CULTURA
“Il bersaglio di turno era Paolo Ascierto, un medico napoletano reo di aver individuato prima degli scienziati del Nord, una cura contro il Covid19 che sembra funzionare alla grande.
Senza contare i reiterati servizi di questi ultimi giorni su un Sud indisciplinato, che canta dai balconi mentre infuria il contagio; della miserevole ma sempre colorita solidarietà e dei vicoli delle sue città dove non si rispettano le regole del distanziamento sociale.
Un caso? Chissà. Molti indizi fanno una prova. E allora mi chiedo: a chi serve oggi un Feltri spacca Italia? A chi torna utile abbaiare tutti i giorni contro Napoli o un Sud straccione, scansafatiche e su tutti i luoghi comuni più tranchant, triti e ritriti?
L’Italia a due velocità, una che produce e l’altra che consuma, è ormai un clichet che va avanti da Garibaldi in poi. Un modello distorto che da oltre 160 anni consente alle regioni del nord una rendita da paese colonizzatore.
E alimenta, come rovescio perverso, ecomafie, malaffare, ritardi e ruberie d’ogni sorta. Un’Italia divisa tra buoni padroni e sporchi straccioni oggi può servire solo a conservare e consolidare questo clichet, l’attuale status quo. Serve alla cattiva politica, divisiva e arrogante. L’Italia di oggi è un Paese dove basta poco a dar fuoco alle polveri.
Sconfitto il Coronavirus bisognerà fare fronte ad una recessione economica disastrosa. Ciò che serve oggi, non è soffiare sulle polveri, ma quella duplice ansia di Liberazione e di ricostruzione che ispirò l’Italia del ‘45.
Serve un gioco di squadra. Si tratta di metter da parte egoismi e tatticismi di partito. In questo momento difficile per la nostra Nazione serve diplomazia e moderazione.
A Feltri da Napoli rispondiamo con le nostre eccellenze e con la cultura, con l’efficienza e la scienza dell’Ospedale Cotugno, premiato dall’opinione pubblica estera e con la civiltà del nostro popolo geniale, generoso e solidale“.