Napoli, il problema del gol: numeri e moduli a confronto
Il Napoli si ritrova con il sesto attacco della Serie A, avendo segnato solo 45 reti in 29 giornate. Come sottolinea Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, lo 0-0 di Venezia ha rappresentato un’occasione sprecata per gli azzurri, che avrebbero potuto approfittare dello scontro diretto tra Inter e Atalanta. Invece, la squadra di Conte ha confermato un difetto ormai evidente da mesi: segna troppo poco rispetto a quanto produce.
Un limite strutturale
Mandarini evidenzia come il problema del Napoli sia legato anche alle caratteristiche dei suoi giocatori. A parte Lukaku, che ha raggiunto la doppia cifra solo alla 28ª giornata e che ormai interpreta più il ruolo di rifinitore (8 assist) che di bomber, gli altri non hanno uno storico realizzativo importante. Emblematici i casi di Neres e Politano, esterni fondamentali nel gioco di Conte ma fermi a due gol a testa, o di Simeone, autore di un solo gol alla seconda giornata. Persino Kvaratskhelia, ceduto al PSG a gennaio, con 5 reti è ancora il terzo miglior marcatore della squadra, un dato che il Corriere dello Sport definisce incredibile.
Il rendimento con il tridente
L’adozione del 4-3-3 aveva dato al Napoli più equilibrio e incisività offensiva. Mandarini riporta i numeri: 13 partite giocate con questo sistema, con un bilancio di 9 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta. La squadra ha ottenuto la serie positiva più lunga della stagione, con 9 risultati utili consecutivi, 7 dei quali vittorie. La media gol era di 1,7 a partita, mentre quella punti era la più alta registrata: 2,3.
Tuttavia, una serie di infortuni sulla corsia sinistra – da Olivera a Spinazzola, fino a Neres – ha costretto Conte a cambiare. Il passaggio al 3-5-2 ha favorito la crescita di Raspadori, che ha segnato 3 gol in cinque partite da titolare, ma ha anche coinciso con un crollo della media punti (1,25) e una leggera flessione nella media gol (1,5).
Le altre soluzioni provate da Conte
Il Corriere dello Sport analizza anche gli altri moduli utilizzati in stagione. Contro il Venezia è stato sperimentato il 4-2-3-1, già visto in Coppa Italia contro il Palermo e terminato anch’esso con uno 0-0. Il Napoli aveva provato anche il 3-4-2-1 nelle prime giornate, ottenendo 9 punti e 9 gol in quattro partite contro squadre di media-bassa classifica. Infine, tra settembre e ottobre, Conte aveva optato per il 4-2-4 (o 4-2-2-2) per sette giornate, con una media punti di 2,28 ma una media gol molto bassa (1,28).
Il difetto del Napoli sembra quindi congenito: quando la squadra trova equilibrio, fatica a essere incisiva in zona gol. E quando cerca di essere più offensiva, rischia di perdere stabilità. Un problema che Conte dovrà risolvere nelle ultime nove giornate per provare a chiudere la stagione nel miglior modo possibile