Aurelio de Laurentiis trascorre la quarantena a Roma. Al telefono con Vigorito si è lamentato di alcune frasi rivolte dal virologo Cristanti e dai colleghi.
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Quarantena in casa per Aurelio De Laurentiis e sua sua moglie Jacqueline. Il patron del calcio Napoli, come rivela il Corriere dello sport, ha passato la notte in modo sereno e senza febbre.
De Laurentiis ha sentito al telefono il presidente del Benevento Vigorito, con il quale, mercoledì, ha condiviso il viaggio di ritorno da Milano sull’aereo privato, dà un senso a quel silenzio che l’avvolge. Poi, aspettando che passi del tutto, e che il virus resti solo uno sgradevole ricordo, bisogna ripartire, sentendo Gattuso e Giuntoli e gli amici più stretti, quelli del cinema e anche del calcio, e non starsene a osservare il vuoto.
Con Vigorito De Laurentiis ha commentato con amarezza alcune frasi dei colleghi e del virologo Cristanti. il direttore di Microbiologia all’università di Padova, aveva definito De Laurentiis un “irresponsabile:”Una persona che sta male dovrebbe rimanere a casa, specie in queste situazioni. Una persona come lui dovrebbe dare esempio avendo una elevata visibilità”.
DE LAURENTIIS FERITO DAI COLLEGHI
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Anche il presidente della Lazio, Claudo Lotito ha rilasciato alcune dichiarazioni su Aurelio De Laurentiis. Il patron biancoceleste, all’Adnkronos, ha commentato: “Certo che sono negativo. Faccio i tamponi ogni 4 giorni, sono sottoposto – per scelta – al protocollo del calcio, è normale. Se c’è un positivo, questo si deve mettere nella condizione di stare a distanza. Figurarsi, con tutti i controlli che facciamo, io a volte anche ogni due giorni visto che oltre alla Lazio ho anche la Salernitana. Comunque bisogna prendere degli accorgimenti, se uno non frequenta posti affollati, va in Sardegna, a Capri o chissà dove altro, il problema non si pone. Ma comunque c’è un allarmismo fuori luogo. Il prossimo tampone? Sarà martedì“.
De Laurentiis, cela un’apparente tranquillità. Perché dentro, c’è un uomo che qualche ferita se la porta appresso – per esempio giudizi caustici, una severità colta qua e là e persino un’etichetta da quasi untore – e la richiesta avanzata da un paio di colleghi di far intervenire la Procura Federale, pure quella ha fatto male.