Il Napoli usato dalla FIGC per intimidire gli altri club di serie A. L’asse con la Juventus si rafforza.
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Mentre l’Italia è stretta nella morsa del Coronavirus, il calcio, in barba al diritto alla salute, punisce il Napoli, reo di non essersi presentato a Torino a causa dell’ordinanza delle ASL.
Un paradosso, un classico della giustizia sportiva che è un’antologia di decisioni incomprensibili.
Era lampante la causa di forza maggiore. Ai sensi dell’art 32 della costituzione la salute è un diritto primario. Qualsiasi giudice, di qualsiasi ordinamento, avrebbe dovuto osservare questa norma che prevale su tutto.
Il provvedimento dell’Asl ha tutelato il diritto, ma questo non ha fermato il giudice sportivo.
Bisognava dare un segnale a tutti, il mondo del calcio è una macchina infernale di soldi e interessi e che quindi non si può fermare. Il Napoli è stato l’agnello sacrificale affinché tutti si rimettessero in riga.
ASSE FIGC-JUVENTUS
Il mondo pallonaro non poteva finire in mano alle ASL, specie ora che stanno arrivando miliardi di euro dai fondi per la cessione dei diritti tv.
I soldi comandano su tutto, è un luogo comune tristemente vero. Bonucci esulta: “giustizia è stata fatta”. Proprio lui che se ne va a braccetto con gli arbitri, che diventano le tre scimmiette quando tocca il pallone con le mani oppure quando con entrate criminali, mette seriamente a rischio la carriera di un avversario.
Bazzecole, quisquilie, pinzillacchere avrebbe detto Totò, uno che di caporali se ne intendeva!
L’asse FIGC-Juventus è palese ma guai a nominarlo, la società bianconera sponsorizza tutto arbitri compresi, e lo fa apertamente senza celarsi.
Fanno sorridere i commenti dei bianconeri, quando parlano di rispetto delle regole, vale solo quando sono gli altri ad infrangerle.
Perché, quando allo Stadium si espongono gli scudetti revocati, il giudice sportivo è tenuto ad intervenire, e considerata la condotta reiterata, la Juventus dovrebbe ricevere sistematicamente una penalizzazione, che comporta anche la fantomatica sconfitta a tavolino per 3-0. Questo non avviene e non avverrà mai.
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LA JUVENTUS E IL CONTROLLO DEI MEZZI DI INFORMAZIONE
Chi controlla l’iformazione controlla le masse. Anche la persona più obiettiva e imperturbabile inevitabilmente viene condizionata da qualcosa o qualcuno. Che sia la stampa, la televisione, il mare magnum di internet. Non più solo un quarto potere, ossia la capacità della stampa di orientare l’opinione pubblica, ma anche un quinto e un sesto potere. Basti pensare al ruolo ancora dominante del piccolo schermo e quello sempre più penetrante dei social network.
Lo sanno bene in casa Juventus, e così tra giornali, siti, giornalisti canali tv etc.etc. la Juventus controlla quasi il 90% della comunicazione italiana.
Si può sfuggire al controllo sociale?
Secondo Noam Chomsky la risposta è si, abbattendo quelle stesse regole che vogliono ingabbiarci. Puntando al sapere e all’analisi, al confronto e alla pluralità delle opinioni, tornando a essere massa critica e non accettando aprioristicamente ciò che ci viene imposto. Scavando oltre la superficie. È questa la vera sfida che si presenta prepotente ancora oggi.
Il Napoli è stato punito dai media ancor prima che il giudice si esprimesse, il Truman Show messo in piedi dalla Juventus la sera della gara, è stato ben preparato. Il tutto serviva per indirizzare l’opinione pubblica a considerare eroi i bianconeri e vili i partenopei.
Gattuso, uomo con due palle “tante” mai e poi mai si sarebbe tirato indietro, avrebbe giocato quella partita anche con 11 primavera e questo la gente del calcio lo sa.
Imputare al Napoli “la paura” di giocare a Torino senza tre giocatori è di una stupidità unica, ma la gente ci crede, come si legge dai commenti sui social.
SENTENZA PILATESCA
Il provvedimento dell’Asl non ha tutelato il Napoli, ma il diritto alla salute dei cittadini. La decisione del giudice sportivo lascia perplessi, perché viene calpestata la costituzione in un momento così drammatico del Paese.
Come si può giocare per esempio il derby di Milano con tanti giocatori contagiati? Con questa sentenza si è fatto anche un processo alle intenzioni al Napoli sulla disdetta dell’aereo che è davvero mortificante.
Un’altra, ennesima brutta pagina per il calcio italiano. Un provvedimento che non sembra sorretto da fini motivazioni tecnico-scientifiche. L’appello lo casserà. E comunque già sono chiari i presupposti per l’intervento della giustizia ordinaria che non potrà che riconoscere la supremazia dell’ordinamento giuridico generale.
Resta il rammarico di un’occasione persa, il calcio, poteva tornare ad essere indipendente, ma ha scelto la strada opposta.
La FIGC e la Juventus hanno preso la strada sbagliata, così lo sport più amato dagli Italiani è destinato a soccombere.
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