Gazzetta dello Sport: “Conte cambia ancora”

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Il laboratorio di Antonio Conte non chiude mai. Nemmeno durante la sosta per le nazionali. Anzi, proprio in queste settimane, l’allenatore del Napoli intensifica i suoi esperimenti per ritrovare la via del gol e mantenere vive le speranze scudetto, inseguendo l’Inter e aspettando un’eventuale frenata dei campioni d’Italia.

Come racconta Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, il Napoli è diventato camaleontico come mai lo si era visto prima. Già in ritiro, Conte aveva lanciato l’allarme: «Cambiare da difesa a tre o a quattro cambia poco, conta il modo in cui si interpretano le situazioni di gioco».

In effetti è andata proprio così. La vera differenza non è il modulo, ma il modo in cui la squadra entra in campo. Il Napoli ha già cambiato pelle più volte in stagione: partito con il 3-4-2-1, è passato al 4-3-3 subito dopo il mercato, poi ha sperimentato anche il 3-5-2, fino ad arrivare al recente 4-2-4 (o 4-2-3-1, a seconda dei momenti).

Il ritorno del tridente e il fattore Neres

La soluzione che adesso prende quota è un ritorno convinto al 4-3-3, spinta dal rientro di David Neres, pronto a riportare imprevedibilità e qualità sulle corsie esterne. Il brasiliano, arrivato a dicembre, ha subito lasciato il segno: partendo dalla panchina o giocando titolare, ha dato al Napoli quella scintilla offensiva che sembrava persa.

Contro l’Udinese, il 14 dicembre, nella prima gara senza Kvaratskhelia, fu proprio Neres a prendersi sulle spalle la squadra, restituendo profondità e pericolosità. Da lì in poi, con lui in campo, il Napoli ha travolto avversari come Genoa, Fiorentina, Atalanta, Verona, Venezia e la stessa Juve, mostrando sprazzi da grande squadra.

Dall’emergenza alla concorrenza: nuove gerarchie

La lunga lista di infortuni aveva costretto Conte a rivedere i piani, lanciando nuovi protagonisti e mescolando le gerarchie. Il 3-5-2 ha valorizzato la coppia Lu-Ra (Lukaku–Raspadori), ma ha tolto qualcosa in termini di imprevedibilità e ampiezza.

Ora, con Neres di nuovo disponibile, è possibile uno switch deciso al 4-3-3, con il brasiliano e Politano a supporto di una punta centrale (Lukaku o Raspadori), e con McTominay pronto a inserirsi da mezzala. Il suo raggio d’azione, nelle ultime uscite, è stato allargato per garantire equilibrio nei nuovi moduli ibridi utilizzati da Conte.

Il Napoli cambia ancora per l’ultima scalata

Il Napoli ha già cambiato sistema almeno cinque volte in stagione, come ricorda D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport. L’ultima svolta tattica è arrivata proprio nella gara più delicata, quella allo Stadium contro la Juventus, dove Conte ha sorpreso tutti schierando il 4-3-3.

Un modulo che ha permesso di attaccare con cinque uomini e difendere con altrettanti, grazie al sacrificio di Politano e agli inserimenti delle mezzali. In quella fase, il Napoli è sembrato brillante e letale, prima del calo di febbraio che ha rallentato la corsa.

Ora servono certezze. E gol.

Il Napoli deve ritrovare continuità e concretezza se vuole credere fino alla fine nella rimonta. Con il rientro di Neres e il ritorno al tridente, Conte vuole riaccendere l’entusiasmo e far emozionare il “Maradona” nell’ultimo tratto di stagione.

Non ci sono più margini per errori o rimpianti: è tempo di giocarsi tutto. Con idee chiare, nuovi assetti e la voglia di sorprendere ancora.