Corriere dello Sport: “Prodigio Napoletano”

Conte risponde al pressing Roma. Il Maradona spinge!

Il Napoli si prepara a scrivere una nuova pagina di storia, plasmato dalla mano sapiente di Antonio Conte. Come racconta Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, appena otto mesi fa il panorama azzurro sembrava quello di un pianeta lunare: una squadra senza anima, senza cuore, smarrita dopo lo scudetto conquistato sotto altre guide. Poi, l’arrivo di Conte ha trasformato il deserto in un laboratorio di rinascita: lavoro duro, sacrifici, organizzazione feroce.

Con lui, e grazie anche a uno staff tecnico di primissimo livello, il Napoli ha ritrovato vita e spirito competitivo: oggi è primo con 74 punti, a +3 sull’Inter, ed è già aritmeticamente qualificato in Champions League. Un’impresa che solo pochi mesi fa sembrava impossibile.

La nuova forza azzurra
Come ricorda Mandarini, il percorso non è stato semplice. La squadra ha collezionato 22 vittorie, 8 pareggi e solo 4 sconfitte in 34 giornate. Dal ko iniziale con il Verona a una cavalcata alimentata dalla regolarità: 30 punti conquistati contro le prime nove della classifica, a differenza dei 19 su 45 dell’Inter. Il primo passo è stato ricostruire l’anima di un gruppo demotivato, restituendo fame e concretezza.

Domenica contro il Torino è bastato poco: sette minuti per mettere in chiaro le gerarchie, 42 per avvicinarsi allo scudetto. Il Napoli di Conte è pragmatico, letale, capace di adattarsi: dal 3-4-2-1 al 4-3-3, fino al 4-2-4, il tecnico salentino ha saputo trovare sempre la formula giusta per sopperire a infortuni e partenze pesanti, come quella di Kvaratskhelia.

Il mercato e la resilienza
Nel suo approfondimento, Fabio Mandarini del Corriere dello Sport sottolinea anche il ruolo chiave del mercato estivo, gestito con intelligenza da De Laurentiis e dal ds Manna. Investiti circa 150 milioni, nonostante l’assenza della Champions, per rinforzare la rosa. Non tutto è filato liscio: la sessione invernale, con la cessione di Kvara e alcuni obiettivi mancati, ha rischiato di minare il percorso, ma il Napoli ha mostrato una resilienza straordinaria.

Conte ha tratto il massimo da ogni emergenza, costruendo la miglior difesa d’Europa (25 gol subiti, 16 clean sheet) e ridisegnando i ruoli: Lukaku è diventato un centravanti-rifinitore, McTominay e Anguissa hanno portato gol e assist fondamentali, rendendo il Napoli temibile sotto ogni aspetto.

Politano, simbolo della rivoluzione
Una delle storie più belle, evidenziata ancora da Mandarini, è quella di Matteo Politano. Da esterno sacrificato all’Inter a pilastro irrinunciabile del Napoli di Conte: sempre presente, sempre disponibile, protagonista in entrambe le fasi di gioco. Con tre assist e prestazioni di livello, è diventato il simbolo di una squadra che ha saputo rinascere dalle proprie ceneri.

Ora il Napoli sogna davvero: quattro partite alla fine, il destino nelle proprie mani, e uno stadio che canta in coro «La capolista se ne va». Mancano pochi passi al trionfo.