Ciro Venerato ritiene, a proposito del discorso relativo alla cessione del Napoli, che l’interesse è vero ma De Laurentiis non è intenzionato
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ciro Venerato, giornalista Rai.
Presunta cessione del Napoli? “Il Corriere dello Sport è una fonte credibile ed accreditata, le norme vanno sempre certificate, ma parliamo di una fonte importante. Grazie all’ottimo operato della società, il Napoli si è accreditato ed ha attirato l’attenzione di fondi americani, è una squadra epica senza nessun debito. Sicuramente ci sono tante multinazionali propense a possibili partnership con una realtà così positiva come il club azzurro. Ma De Laurentiis non credo sia intenzionato a cedere la società, nel suo momento migliore. Magari in futuro qualcuno potrebbe ingolosire Aurelio con l’acquisizione di alcune quote. Il club azzurro è una realtà osservata con grande attenzione, ma credo che per tanto tempo resterà nelle mani della famiglia De Laurentiis“.
Forse Aurelio sta ascoltando offerte per non farsi trovare impreparato circa la questione del Bari? “Tutti i giorni i grandi club possono avere colloqui con fondi o intermediari intenzionali, ma sono dinemiche industriale di chi gestisce società che distribuiscono grandi risultati. Per quanto concerne il Bari, la questione è del tutto aperta. Se dovesse cedere una delle due società, credo potrebbe scegliere il club pugliese. Sarebbe un capolavoro se raggiungesse la Serie A e poi la società fosse ceduta, è una piazza che farebbe gola a tanti investitori”.
Venerato dice la sua sul paragone tra Messi e Maradona
Paragone tra Messi e Maradona? “Il termine tifare lo utilizzo solo nei confronti di una sola squadra. Posso simpatizzare per altri club o nazionali, però tifare forse è un parolone perché soffro solo quanto gioca il Napoli. Il resto è bellezza e tanta simpatia. Nonostante l’immenso rispetto per Messi, ho sempre ritenuto improvvido ed offensivo paragonarlo a Maradona”.
Non è un mistero che il comune di Napoli abbia cominciato a trattare con Amazon, uno dei gruppi americani più importanti: potrebbe dare la differenza? “Il discorso storico e numerico è diverso. Napoli e la terza metropoli in italia, la cucina rende famosa questa città in tutto il mondo. La parola Italia nel mondo è rappresentata per circa l’80% dalla città partenopea ed è legato a prodotti napoletani. Parliamo di un brand immenso, ma al netto di situazioni di cronaca nera, anche se riguardano tutta la penisola italiana, restano le bellezze artistiche del centro urbano Insomma, l’Italia è famosa nel mondo soprattutto per Napoli. Bari è un capoluogo importante, ma per storia e conoscenza, la città partenopea è assolutamente diversa rispetto a quella pugliese“.
Allenatori nel panorama calcistico italiano che potrebbero avere il coraggio di proporre un calcio offensivo e di puntare sui giovani? “C’è poco coraggio anche nel nostro lavoro. Ci sono allenatori che godono ormai di un’invulnerabiltà cronistica, non possono essere giudicati perché hanno vinto tanto in passato. Ma ci si deve focalizzare sui tempi odierni e sulle Se hai 11 buoni calciatori e fai giocare un buon gioco vincendo, allora sei un buon allenatore. Allegri e Mourinho, tecnici vincenti, sono legati ad un calcio antico, non codificato. Se fossi un dirigente, mi sarei innervosito per alcune giustificazioni utilizzate dal portoghese in alcune conferenza stampa. Con più campioni si vincono le partite. Bisogna avere coraggio di criticare anche allenatori vincenti e giudicare le prestazioni in campo dei calciatori”.