Il viaggio a Milano, i ricordi italiani e il confronto tra due leggende del calcio
Ruud Gullit, leggenda del calcio mondiale, ha legato il suo nome a club iconici come il PSV, il Milan e la Sampdoria. In occasione della presentazione del suo libro a Milano, Gullit ha parlato delle sue esperienze più significative in Italia e ha condiviso i suoi pensieri sul calcio attuale, sia in Italia che all’estero.
Maradona e Messi: il paragone che non regge secondo Gullit
Durante un’intervista ai microfoni di RTL 102.5, Gullit ha parlato del confronto tra Diego Maradona e Lionel Messi, un argomento che continua a dividere gli appassionati di calcio. “Il paragone tra Messi e Maradona non ha senso”, ha dichiarato. “. Al Milan, poi, avevamo una squadra fortissima con Donadoni, Ancelotti e Rijkaard. Quando giocatori così fanno pressing su Maradona e Maradona riesce a tenere la palla, allora vuol dire che è un calciatore davvero molto bravo.
Ho visto Diego giocare anche infortunato, lui non voleva mai lasciare il campo perché era un fenomeno e gli ho visto fare cose straordinarie. Oggi vedo fare paragoni con Messi, con tutte le telecamere e la protezione che ha l’argentino adesso, sento dire che i due si somigliano mentre Maradona doveva dribblare, saltare i contrasti per non rompersi la gamba; adesso non si fanno più questi contrasti.
Messi può dribblare tranquillamente senza prendere botte mentre ai tempi Maradona si sarebbe rotto la gamba, oggi non si fanno più queste cose. Vedevo Maradona sotto tutte le pressioni e lui andava contro i migliori difensori del mondo che giocavano in Italia e quello con Messi è un paragone che non ha senso. Sono comunque due grandi fuoriclasse”.
Gullit ha anche ricordato l’importanza di Johan Cruijff nella sua carriera, definendolo un maestro durante gli anni al Feyenoord. “Cruijff mi insegnava tutto: cosa fare con la palla, dove andare. Era bravissimo a risolvere i problemi in campo e io ho imparato moltissimo da lui”, ha raccontato.
I ricordi in Serie A e i momenti indimenticabili
Parlando dei suoi anni in Italia, Gullit ha sottolineato l’altissimo livello del campionato di Serie A negli anni ’80 e ’90. “Potevi avere solo tre stranieri in squadra, e venivano in Italia i migliori del mondo. Dovevo lavorare duramente per essere al loro livello”, ha ricordato. Gullit ha anche parlato dei suoi allenatori e dei tanti giocatori che lo hanno influenzato durante la sua carriera, definendosi fortunato per aver avuto sempre persone giuste accanto a lui.
Tra i ricordi più belli, Gullit ha citato il debutto da professionista con l’Haarlem, la vittoria della Champions League contro lo Steaua Bucarest, e l’Europeo del 1988 con la Nazionale olandese. “Vincere con la tua nazionale è la cosa più bella che c’è”, ha concluso.