Calcio Napoli

Sconcerti: “Le ASL bloccano le nazionali, allora Juve-Napoli andrebbe giocata”

Mario sconcerti tuona contro il protocollo della FIGC: “Se le Asl bloccano i nazionali, allora è giusto giocare Juve-Napoli”.

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In Napoli attende l’esito del ricorso presentato alla Corte d’Appello federale per la sconfitte a tavolino subita contro la Juventus. Il legale del Napoli Mattia Grassani, con De Laurentiis collegato in teleconferenza hanno sostenuto le ragioni del club partenopeo.
Secondo alcune indiscrezioni che filtrano dalla FIGC, il giudice Sandulli dovrebbe confermare la sentenza di primo grado. Un paradosso incredibile, se si pensa alle recenti indiscrezioni sulle nazionali. Le ASL possono decidere di mandare o non mandare in nazionale i giocatori di loro competenza geografica.
Sulla questione ì intervenuto l’editorialista Mario Sconcerti, che ai microfoni di Calciomercato.com, analizza la situazione. Ecco le parole di Sconcerti:

Se le Asl possono mandare in nazionale i giocatori di loro competenza geografica alla Juve-Napoli andrebbe giocata. E’ molto semplice, le regole in gioco sono due, una vale per qualunque cittadino, l’altra è figlia di un accordo fatta dallo Stato con il calcio. La prima regola la conosciamo tutti e prevede l’isolamento volontario per chiunque sia stato a contatto con una persona positiva, l’altra prevede che si possa andare avanti a patto di isolare sia il giocatore che il resto della squadra. E’ il famoso giocatore positivo considerato come un infortunato“.

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Sconcerti entra nel dettaglio: “Il Napoli non rispettò il protocollo calcio decidendo di andare subito in ritiro come aveva consigliato la Asl: se adesso sono di nuovo le Asl a dettare le regole, vengono di nuovo cancellate quelle del protocollo e tutto ritorna in discussione. Lo stesso campionato fuori dal suo compromesso non è gestibile, solo il Governo può fare chiarezza definitiva. Nel frattempo torna di grande attualità la decisione del Napoli di ubbidire ai tempi alla propria Asl. E peserà sul dibattimento di oggi sul suo ricorso“.

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