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Napoli, patto scudetto. Il Mattino: “I giocatori azzurri hanno preso una decisione”

Patto scudetto per il Napoli, da Mertens a Ospina, da Fabian ad Anguissa, anche chi è in scadenza di contratto o in prestito vuole lasciare il segno.

Il Napoli di Spalletti sigla il patto scudetto, non un broncio, non un’inquietudine. È la forza la forza degli azzurri. Il Napoli fa quadrato per un unico e solo obbiettivo, come accadde nel 2018 all’ombra del comandante Sarri.

NAPOLI, IL PATTO SCUDETTO

Scrive l’edizione odierna de Il Mattino:  “Spalletti e il Napoli siglano il patto scudetto. C’è chi ha il contratto in scadenza (Ospina, Mertens, Anguissa e Juan Jesus), chi ha già la valigia sul letto (Insigne), chi la permanenza in bilico (Koulibaly, Fabian e Ounas). Eppure tutti non pensano ad altro che a questo campionato, a come arrivare primi davanti a tutti. Come se fosse il coronamento di un lungo percorso iniziato anni fa e che potrebbe chiudersi ora.

Il primo messaggio è stato di Insigne che non ha mai messo in discussione di poter lasciare Napoli in anticipo, nonostante il Toronto abbia già iniziato la sua stagione in Mls. È rimasto per poter vincere lo scudetto, per provare ad andare all’assalto del campionato italiano. Perché è questo l’impegno che ha con i compagni. E lo ha detto a tutti gli altri. Tutti per uno e uno per tutti.

Koulibaly e Fabian hanno un contratto in bilico: bisognerà prima o poi affrontare la questione perché se non rinnovano, è chiaro che bisognerà pensare al loro addio. Ma il difensore e il centrocampista hanno invitato i propri entourage a frenare con la trattativa, a rinviarla alla fine del campionato.

E c’è poi la lezione di Mertens, anima e spirito-guida (nessuno si senta offeso) di questa squadra: un suo sguardo può anche far cambiare umore a tutto lo spogliatoio. Lui sogna un contratto a vita con il Napoli che De Laurentiis, per ora, non gli ha proposto neppure tagliato rispetto a quello attuale. Eppure è sempre lì, in prima fila quando va in campo ma anche quando deve dare lui i consigli a Osimhen. Non è raro che sia proprio il belga (tra pochi giorni papà) a dare indicazioni di come affrontare le difese al nigeriano nel corso delle partite.

IL TITOLO ATTESO DA 32 ANNI

Ed è questo un segnale chiave di quello che è il Napoli di Spalletti. Un gruppo con un po’ di precari, sia pure precari milionari, ma non uno che mostri disagio in campo per la propria situazione contrattuale. D’altronde, tutti sanno bene che proprio il campo deciderà il futuro di ognuno di loro: Spalletti ha forgiato questo gruppo (Anguissa e Lozano ieri si sono allenati e stanno provando a bruciare i tempi del ritorno in campo) lo ha isolato dall’entusiasmo della città e dalle sirene del mercato che prima o poi arriveranno visto il rendimento in azzurro.

Il Milan deve fare i conti anche con questa forza interiore di un gruppo che, anche se del proprio domani non ha certezza, è pronto a dare tutto adesso. Per Spalletti, per il club, per la città. Perché l’attesa è lunga 32 anni. Praticamente interminabile.

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