Il Milan vince con il Napoli con la tattica della difesa e contropiede, ma c’è ancora da giocare il match di ritorno di Champions League.
La sconfitta del Napoli in casa del Milan è veramente amara, per il modo in cui è arrivata. La squadra di Spalletti ha dominato la gara fin dal primo minuto. Chiaro il piano tattico di Pioli, lasciare in mano il pallino del gioco agli azzurri, che privi di Osimhen e senza Simeone non avevano riferimenti in attacco su cui appoggiare il gioco.
Inoltre senza il nigeriano non c’era nemmeno il rischio di farsi prendere d’infilata dalla super velocità di Osimhen che spesso cambia le carte in tavola in partite molto chiuse.
Milan-Napoli: difesa e contropiede
Nei giorni che hanno preceduto la sfida di San Siro i grandi professori del calcio hanno sventolato la bandiera del dna Champions del Milan. Sul campo, però, Pioli ha messo in risalto un’altra qualità delle squadre italiane: catenaccio e contropiede. Ammodernato, abbellito, ma sempre catenaccio.
Giroud inesistente per tutta la gara ha pensato solo a cercare di bloccare le linee di passaggio a Lobotka. Altro che dna Champions per il Milan, che non è stato in grado nemmeno di provare a fare il secondo gol quando il Napoli a 20 minuti dalla fine è rimasto in 10 uomini per l’espulsione di Anguissa. Anche in quel caso i rossoneri hanno rischiato di subire il pareggio, salvati solo da un super Maignan (su Di Lorenzo) e dalla sfortuna (colpo di testa di Olivera).
Arbitro Kovacs
L’altra variante da tenere in considerazione è l’arbitro: Kovacs sbaglia tutto quello che si può sbagliare, graziando a ripetizione i milanisti, mentre ammonisce a raffica i napoletani. Nonostante tutto il Napoli ha sfiorato più volte il gol (clamoroso quello divorato da Kvaratskhelia a inizio gara). Una cosa che fa ben sperare per il ritorno (Napoli-Milan si gioca il 18 febbraio 2023), match in cui mancheranno Anguissa e Kim (grazie a Kovacs), ma dove si partirà con la certezza per gli uomini di Spalletti che nulla è ancora deciso.