COSI’ LONTANI, COSI’ VICINI.
Sono le partite in cui il Napoli ha lasciato per strada quei punti che avrebbero consentito di lottare con Juventus e Roma per lo scudetto.
Troppi cali di tensione di fronte ad avversarie abbordabili (Cagliari compreso), troppi errori individuali che hanno fatto in furiare Benitez.
Così è finita sotto accusa la difesa (29 gol in 25 partite stagionali), non sempre comandata a dovere da Rafael. Proprio lui, l’eroe della Supercoppa insieme a Higuain. Uno brasiliano e l’altro argentino, due ragazzi profondamente diversi che, però, si stimano e si rispettano. Il Pipita crea, l’ex Santos conserva. È stato così in Qatar ma anche al Franchi, quando il gol di Higuain si rivelò decisivo proprio grazie alle parate di Rafael (miracoloso l’intervento su Cuadrado).Durante l’allenamento di venerdì al San Paolo entrambi hanno toccato con mano la gratitudine dei tifosi azzurri nei loro confronti.
Se Higuain era già nel cuore della gente, Rafael con quella respinta sul rigore di Padoin è riuscito a convincere gli scettici. «E’ stata la parata perfetta perché poi abbiamo alzato il trofeo – ha detto ieri a Sky . Avesse segnato lui, sarei andato io a calciare. Sono felice di aver dato il mio contributo, ma la Supercoppa deve essere solo l’inizio. Vogliamo vincere ancora. Sto cercando con umiltà di migliorare. Le critiche ricevute mi hanno fortificato molto. Sono giovane e ho ampi margini di crescita». Rafael e Higuain sono chiamati nel nuovo anno a dare continuità alle loro prestazioni. Un po’ come il Napoli, del resto.