Ciro Ferrara parla dell’addio di Lorenzo Insigne al Napoli, ma anche delle contestazioni alla società di Aurelio De Laurentiis. In questi giorni ci sono stati numerosi striscioni contro il presidente del Napoli, ma anche contestazioni durante Napoli-Genoa, coperta da presunti fischi finti dalle casse dello stadio. Insomma il clima in casa Napoli è tutt’altro che rilassato. Anche Spalletti ha lanciato un chiaro messaggio a De Laurentiis: “Bisogna comprare“ dettando anche il profilo di calciatori che servono alla squadra per lottare per lo scudetto. Tutte indicazioni che fanno capire come ci siano ancora molte cose da risolvere.
Ciro Ferrara: intervista Il Mattino
- Sembrava non voler lasciare il campo.
«Si è goduto ogni secondo, è stato toccante vederlo con i figli fare il giro di campo. Mi ha riportato indietro nel tempo». - Che Napoli lascia Insigne?
«Una squadra forte, abituata ormai agli alti livelli. Ma la sua assenza peserà, perché era importante in campo quanto nello spogliatoio». - Che erede aspettarci?
«Non dobbiamo aspettarci un erede. Chi giocherà nel suo ruolo avrà caratteristiche diverse, soprattutto dovrà avere spalle larghe perché ci saranno subito paragoni con
Lorenzo». - Tra lui e il Napoli poteva finire diversamente?
«Il club ha fatto le sue valutazioni: c’è la necessità di tagliare i costi, anche se si tratta del capitano. E Insigne ha fatto una scelta di vita: mondo nuovo, realtà
completamente diversa. Regalerà un’esperienza anche alla sua famiglia». - Dalla contestazione alla grande atmosfera allo stadio: come lo spiega?
«Gli striscioni apparsi in settimana sono il segno di una città delusa, ma non ne farei un dramma. Le contestazioni nelle grandi piazze sono una abitudine. Poi Spalletti di
critiche se ne intende e le sa affrontare al meglio. Il Napoli ha centrato l’obiettivo. I rimorsi ci sono, ma la classifica dice sempre la verità».