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Saviano ‘contro’ Alberto Angela: “Napoli e le bellezze, mi addolora leggerlo”

Lo scrittore prende posizione con un articolo su Il Corriere della Sera

Roberto Saviano torna a parlare di Napoli, lo fa in seguito al programma di Alberto Angela che ha mostrato le bellezze della città. Un viaggio fantastico quello del divulgatore che con il programma ‘Stanotte a Napoli’ è riuscito a fare un boom di ascolti sulla Rai mostrando le bellezze della città partenopea. Commenti positivi sono arrivati praticamente da ogni parte d’Italia, che si è incantata a vedere le meraviglie di Napoli raccontate da Alberto Angela. Anche grandi scrittori come Maurizio De Giovanni hanno preso posizione sul programma. Ma la Rai ha voluto puntare su Napoli per tutto il periodo natalizio, una scelta giusta dato che anche il film evento ‘I Fratelli De Filippo ha avuto un successo enorme, anche in termini di critica.

Saviano sulle bellezze di Napoli

Con un articolo sul Corriere della Sera, Saviano, autore del libro Gomorra, che ha dato il via anche alla Serie Tv dal successo mondiale, ha detto la sua opinione. “Io provo un sincero dolore quando leggo commenti sulle sfavillanti bellezze di Napoli contrapposte all’oscurità di Gomorra, perché chi ha occhi per vedere sa bene che le bellezze di Napoli non sono sfavillanti, ma piene di crepe e cicatrici, e che la città è costantemente oltraggiata da agguati che avvengono tra i suoi abitanti, mettendone costantemente a rischio l’incolumità“.

Quello che scrive Saviano si contrappone a quanto raccontato da Alberto Angela. Lo scritto aggiunge: “La Napoli raccontata da Alberto Angela esiste – prosegue Roberto Saviano – ma non per nostro merito. Sta lì e resiste in un Sud che arranca, perennemente in affanno. Certo, quella Napoli meravigliosa può essere balsamo: ma per chi, mi domando? Per chi può affacciarsi ai terrazzi dei piani alti, perché chi sta sotto non gode di nessun panorama e vive in una città meravigliosa che però ha poco da offrire, anche in termini di diritti, se siamo d’accordo nel considerare lavoro e istruzione diritti. Poi – per carità – possiamo anche decidere che non lo siano e ritenerli semplicemente concessioni”.

Saviano ritorno al delitto dello scorso 23 dicembre, in cui fu ucciso Vitale Troncone, boss di Fuorigrotta. Collegandosi a questo fatto di cronaca scrive: “Davanti a tutto ciò, usare le bellezze di Napoli per delegittimare il racconto di ciò che accade non è indice di ignoranza o superficialità, ma di cattiva fede”.