Walter Sabatini avvisa tutti: “Occhio al Napoli di Spalletti”. 66 anni, ex calciatore (Varese Perugia, Roma) diventato direttore sportivo. Ha lavorato per Perugia, Lazio, Palermo, Roma, Inter, Jangsu e Samp. Ha scoperto tanti giocatori. Oggi è direttore delle aree tecniche di Bologna e CF Montreal, club di Joey Saputo, imprenditore italo-canadese. Il d.t. del Bologna ai microfoni della Gazzetta dello Sport parla della nuova Serie A 2021/22 , indicando il Napoli come possibile sorpresa del campionato.
Quale squadra della nuova Serie A la solletica di più Walter Sabatini?
“Per me Spalletti è un genio del calcio e sono curioso di vedere che cosa farà al Napoli. Già si scorge l’embrione di un grande progetto. Il calcio di Spalletti ha un bel respiro, crea tante linee di passaggio, esalta gli attaccanti. Penso che Osimhen possa diventare immarcabile”.
Lei è stato con Spalletti a Roma: la guerra santa con Totti…
“Questa storia ha oscurato il gran lavoro di Luciano in giallorosso. Un anno (nel 2016-17, ndr) la sua Roma raggiunse gli 87 punti e a 87 spesso si vince lo scudetto (lo vinse la Juve di Allegri con 91, ndr). Lo scontro con Totti è stato umiliante per tutti, per Totti stesso. Troppi equivoci, non mi va di parlarne”.
Walter Sabatini e Luciano Spalletti |
Oggi alla Roma c’è Mourinho.
Walter Sabatini ai microfoni della Gazzetta aggiunge:
“Il Napoli di Spalletti e la Roma di Mou saranno le sorprese del campionato. Anche Mou è pragmatico e determinato”.
Mourinho come il colonnello Aureliano Buendia di “Cent’anni di solitudine”, il romanzo più noto di Marquez?
“Ci sta. Come lui sopravviverà a ogni attentato e tentativo di fucilazione. Mourinho può essere assimilato a qualsiasi personaggio letterario e ha detto una verità inconfutabile: “Chi sa tutto di calcio non sa niente di calcio”. Mou come Buendia ha un’aura di eroismo e di invulnerabilità”.
E Sarri?
“Come me si è intossicato con le sigarette. Se avessimo lavorato assieme, una nube di fumo ci avrebbe avvolto. Si è spaccato la schiena nelle categorie inferiori, si è costruito da sé. Ho grande simpatia per lui e il suo gioco”.
Sarri ama Bukowski, scrittore maledetto e sboccato, e però impone alle squadre la massima organizzazione.
“Bukowski dormiva in giacigli sporchi, beveva e fumava, poi scriveva racconti bellissimi. La creatività ha bisogno del caos. Io stesso mi nutro di confusione, la staticità mi uccide”.