Frank Anguissa si sente tradito dal Napoli, De Laurentiis ha diffuso solo picconate al vento.
Il caso Anguissa è solo l’ultimo in ordine di tempo, dopo quelli di Insigne, Mertens, Koulibaly, Ospina e Fabian Ruiz e Politano.
In settimana il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni aveva preannunciato che sarebbe scoppiato il caso Anguissa. Alla base del contendere c’è una questione di carattere economico.
C’è una somma alla quale il giocatore e il suo agente hanno rinunciato all’epoca del prestito. De Laurentiis si impegnò sulla parola per un futuro riconoscimento.
Il Napoli sembra divertirsi a sistemare davanti a sé gli spigoli contro i quali andare a sbattere. Nell’estate del ritorno in champions l’impegno principale rimane l’esigenza di scansare il pericolo.
PERPLESSITÀ SUL PROGETTO NAPOLI
De Laurentiis, racconta Antonio Giordano sul CDS, ha provveduto a dare una rinfrescante spazzolata al bilancio. Ha ridotto (sensibilmente) il monte-ingaggi, ha persino anticipato il mercato con Kvaratskhelia e Olivera. Si è ripreso Anguissa un po’ insolentito e poi si è lasciato travolgere da un boomerang – l’insofferenza ambientale – lanciato da se stesso.
Insomma, quanto basta per non avvelenare i pozzi. E invece nell’aria s’avverte il malessere di chi, dopo aver dovuto accettare il congedo di Insigne, ha dovuto scoprire con modalità (in)solite dell’addio di Mertens.
Non semplicemente il bomber dal punto di vista statistico più esaltante della Storia del Napoli. Ma non è finita qua, perché intanto, pur riconoscendo al Napoli attuale un valore assoluto rispettabilissimo, dentro il cosiddetto “progetto” restano un paio di nobilissime perplessità: Ospina s’è dissolto, e vabbè ci sta che si abbia fiducia in Meret e nel suo talento soffocato.
Tra 378 giorni – dunque a giugno dell’anno che verrà – Koulibaly e Fabian Ruiz saranno liberi di mettersi in proprio, spalancandosi al mondo a costo zero, lasciando due voragini in difesa e a centrocampo e quel retrogusto amarissimo ch’è anche la scia di una disaffezione indiscutibile, che non è esclusivamente né social né di pancia, ma è un fatto che va separato dall’opinione perché c’è nebbia all’orizzonte.
De Laurentiis non ha mai inseguito il consenso, semmai l’esatto contrario, ha diffuso picconate al vento che finiscono per diventare divisive. ma cosa sta succedendo, veramente qui ci sarà la Champions?