Le Interviste

Kvaratskhelia, l’agente: “Sarà idolo come Lavezzi, Napoli magica è stata la sua prima scelta”

L’agente di Kvaratskhelia rivela i dettagli della trattativa con il Napoli e l’impatto del georgiano con la squadra partenopea.

KVARATSKHELIA – AGENTE- NAPOLI. L’agente di Kvaratskhelia, Gennaro Di Nardo, rappresentante italiano del georgiano, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di areanapoli.it:

Arrivo a Napoli

“Io e Zaccardo ci abbiamo lavorato a lungo. E’ stato un piacere portare un calciatore di talento in una società come il Napoli. Siamo fiduciosi che qui possa esprimere il suo grande potenziale”.

Kvaratskhelia-Napoli, un incastro perfetto. Merito tuo, di Zaccardo e non solo.

“In questo caso, c’era un’esigenza di ruolo; l’esigenza di una squadra molto organizzata e che ha avuto modo di muoversi in anticipo. Sono stati molti bravi, al Napoli. Cristian è stato lo scopritore di Khvicha, il suo intermediario, mentre io rappresento il giocatore in Italia. Il suo agente georgiano è Mamuka Jugeli, un grande procuratore, molto preparato. Kvaratskhelia lo conosciamo da due anni. Dai tempi del Rubin Kazan? Esatto. Il lavoro certosino fatto da Cristian è stato molto importante e il Napoli, nella persona di Cristiano Giuntoli e Maurizio Micheli, è stato bravo a credere nel ragazzo. Speriamo che possa fare bene”.

Piaceva a molti. Pure alla Juventus e al Tottenham di Paratici.

“Posso dire che Paratici era sicuramente un suo estimatore: è una cosa molto concreta. Sì, ci sono stati altri interessi, però la volontà del giocatore e di Mamuka ha fatto la differenza”. 

Cosa li ha convinti?

“Mamuka, quando è venuto a Napoli, quando gliel’ho mostrata, ne è rimasto estasiato. Non hanno avuto dubbi: sia lui sia il calciatore erano contenti di venire in Italia e di firmare per una squadra come quella campana”.

Napoli prima scelta

“Proprio così. Non è stato per niente un “ripiego”, per intenderci. Il manager e Khvicha sanno che a Napoli può fare bene. E’ una piazza che hanno scelto loro: è stata una scelta reciproca tra le parti. Un po’ di fortuna ha fatto sì che tutto andasse bene”.

Dice di guardare a Cristiano Ronaldo. Tu, invece, a chi lo paragoneresti? 

Con i paragoni ci vado cauto. Anche se in conferenza stampa lui ha nominato il portoghese, la sua risposta, conoscendolo, non va letta come presuntuosa, anzi: ha grande cultura del lavoro e dice questo perché vuole sempre migliorare, si pone degli obiettivi e fa di tutto per rendere al meglio. . Sicuramente, da un punto di vista tattico l’Italia lo potrà aiutare. Per lui, stare qui, stare nel Napoli, fare bene con la maglia azzurra, è qualcosa di importante. Io lo ritengo un giocatore unico, nel senso che è un georgiano giovane ed è già un punto di riferimento per la sua nazione. Non farmi dire altro: sono partenopeo e, quindi, un po’ scaramantico. C’è tanta umiltà da parte sua e da parte di chi gli sta attorno, non possiamo che sperare che dia una mano al Napoli e che possa fare bene”.

Può entrare nel cuore dei tifosi come fece Lavezzi, per estro e carattere?

“Proprio così. Per caratteristiche, Khvicha è uno che dribbla molto e che, oltre ad avere un’alta percentuale di dribbling riusciti, vanta una dote particolare: dal fatto che ne provi così tanti, di dribbling, si capisce quanto sia coraggioso. Non demorde mai. Per la sua indole, può instaurarsi un bel binomio con la tifoseria, anche perché è un giocatore che si dà completamente, che si impegna per i compagni: non è solo dedito all’attacco, è bravo a ripiegare ed ha una buona struttura fisica, una buona gamba, una buona corsa. Chiaramente, gli si chiede di creare superiorità numerica, perché questo è il suo gioco; ma Kvaratskhelia sa fare, e bene, diverse cose”.

Chiudiamo col pensiero di Khvicha: cosa ti ha detto di questi primi giorni in ritiro?

“E’ contentissimo di allenarsi con il Napoli, è molto felice della città, del fatto che i tifosi già lo riconoscano. Non lo sanno chiamare, ma su questo ci lavoreremo (ride, ndr). E’ entusiasta ed ha grande voglia. Napoli gli piace. Venendo da realtà diverse come Russia e Georgia, nota comunque la differenza. Lo vedo molto allegro. Quando siamo andati in giro per la città, sembrava vivere a Napoli già da un po’. E’ un georgiano napoletano? Sì, perché ha quella flessibilità che talvolta non trovi negli stranieri. Parla poco, ma parla bene. Lo ripeto: è tranquillo e umile, ma ha tanto carattere. E’ molto contento e spero che questa contentezza lo porti ad esprimersi al meglio sul campo”.

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