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Insigne il goal alla Maradona era scritto. Quello di Lorenzo non è un semplice goal ma una citazione

Insigne il goal alla Maradona, la corsa sotto la tribuna dove troneggia la gigantografia di Diego. Era tutto scritto nella storia!

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Lorenzo Insigne, punizione alla Maradona, emozione, tributo e Napoli nel cuore. La fascia di capitano sul braccio, la 10 di Diego nel cuore, il pallone che parte col balsamo di un incantesimo e disegna una bisettrice inarrivabile evocando suggestive parabole eterne.
Quello di Insigne, scrive Bruno Marra, non è semplicemente un gol, ma una citazione. Una magia che apre Napoli-Roma con una punizione che illumina d’immenso la notte del Mito. Lorenzo poi corre ad afferrare la maglia dedicata a Maradona e più che una esultanza sembra una invocazione. E’ la scena più eloquente e pregnante di questa serata che sprigiona emozioni a catena. E’ l’input che prelude alla sinfonia azzurra ispirata da una melodia celestiale.  Finisce 4-0. Senza storia sul campo ma con la Leggenda che si è appena battezzata nello Stadio Diego Armando Maradona.

LORENZO NEL SEGNO DI DIEGO

Il Napoli rialza la testa e si ripropone alle zone nobili di questo campionato proprio nella notte dell’homenaje a Diego Maradona. Del ricordo e d’una commozione che da quattro giorni attraversano e segnano tutta la città. “Buona sera napoletani, sono molto felice di essere con voi”, disse quel 5 luglio dell’Ottantaquattro, quando mise per la prima volta piede al San Paolo. San Paolo ancora per tre o quattro settimane. Perché poi cambierà nome questo stadio. Si chiamerà “Stadio Diego Armando Maradona”, è ovvio. E’ naturale. “Quando scesi le scale del tunnel per andare via mi tremavano le gambe proprio come quando avevo cominciato con il Boca”, raccontò poi tempo dopo Diego. Invece, giocando anche per lui, non hanno affatto tremato le gambe degli azzurri, in campo con una camiseta che, alla lontana, s’ispira a quella della Seleccion.

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STRISCIONE PER MARADONA

La punizione alla Maradona di Lorenzo Insigne è l’emblema della serata in memoria del dio del calcio. Il capitano, il giocatore più tecnico del Napoli. Come lo era Diego. A segno direttamente da calcio di punizione, come faceva Maradona. Dopo quasi 5 anni, peraltro (l’ultima risaliva al 31 gennaio 2016 contro l’Empoli). E poi la corsa verso la panchina per farsi consegnare una maglia speciale: quella con stampati il 10 e il nome di Maradona, da sventolare ed esibire. Emozioni pure.

A troneggiare su Lorenzo Insigne, l’immagine di un Maradona sorridente con Scudetto al petto e fascia di capitano al braccio. E affisso per tutta la partita nel settore vuoto, uno striscione scritto dalla tifoseria azzurra:“La tua scomparsa un colpo al petto, un dolore al cuore… Napoli ti giura eterno amore!”.

Insigne su punizione “pitta” una parabola maligna e precisa alla Maradona che s’infila in porta. Come se fosse tutto scritto: Napoli in vantaggio e il gol è del suo capitano, d’un napoletano che fa il verso un’altra volta a quella che era una delle specialità di casa Diego.

Per una serata così particolare, il Napoli ha ottenuto uno strappo alla regola. Niente suddivisione a metà sulle tribune opposte al posizionamento delle telecamere, ma uno spazio interamente dedicato a Maradona: la sua immagine sulla sinistra e la scritta ad10s sulla destra, con il simbolo della Lega Calcio nel mezzo.

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