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Conte frena sulla Fase 2: nessuna riapertura sfrenata o anticipata

Le regioni fanno pressioni, soprattutto quelle del Nord dove i casi di coronavirus sono più alti, vogliono riaprire. Il governo Conte frena gli entusiasmi.

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Parola d’ordine riaprire, in nome dell’economia e della necessità di produrre per non intaccare ulteriormente un sistema economico già fortemente penalizzato da oltre un mese e mezzo di quarantena. Sono le Regioni del Nord Italia a fare maggiori pressing sul governo per riaprire le industrie. Sono proprio quelle dove il problema contagio da coronavirus è ancora molto evidente e dove si registrano ancora centinaia di morti al giorno. Eppure si vuole riaprire, tornare per strada nei bus e nelle metropolitane.

Da questo punto di vista il governo Conte ha fatto una brusca frenata, non ci sarà nessuna riapertura sfrenata il 4 maggio. Rigettata anche l’ipotesi si un’apertura anticipata al 27 aprile. Insomma tutto dovrà procedere per gradi, altrimenti si rischia di guastare quanto di buono fatto fino ad ora.

ITALIA FASE 2: DECIDERA’ LA CABINA DI REGIA

Lo stop alla riapertura di tutte le attività il 4 maggio è arrivato dalla cabina di regia, riunita nella seria di ieri. Il premier Giuseppe Conte, secondo quanto riferisce Il Mattino, ha spiegato la situazione ai rappresentanti delle varie Regioni ed Enti locali. L’incaricato di presiedere la task force Vittorio Colao sta predicando prudenza e suggerisce una riapertura a step: prima le imprese manifatturiere, poi le costruzioni, infine il commercio con bar e ristoranti e solo dopo (magari a settembre) le attività turistiche, il tempo libero, la cultura e la scuola.

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Nel consiglio dei ministri di lunedì ci sarà anche una indicazione sulla permanenza delle zone rosse. E’ molto probabile che i blocchi per gli spostamenti tra le varie regioni resteranno, placando così le ire dei governatori delle regioni del Sud ‘spaventati’ da una nuova possibile ondata di rientri dalle zone più colpite d’Italia.

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