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Caso City e plusvalenze Juve: Avete visto cosa ha fatto la Gazzetta

Il City come la Juventus nei guai per motivi di bilancio, Paolo Ziliani mette nel mirino la Gazzetta dello Sport.

Dopo un’inchiesta durata ben quattro anni arriva il deferimento della Premier League nei confronti del Manchester City, accusato di avere “gonfiato” le sponsorizzazioni per più di nove anni, di avere offuscato i costi (tra cui il contratto di Roberto Mancini, attuale commissario tecnico azzurro), di avere violato varie norme di sostenibilità vigenti in Premier League e di avere intralciato l’indagine. Adesso la palla passa ad una commissione indipendente che passerà in giudicato i più di cento capi d’accusa rivolti al club risalenti al periodo tra il 2009 e il 2018. Tra le possibili sanzioni vi sono multe, penalizzazioni di punti e addirittura l’esclusione dal campionato.
L’Italia sta vivendo una situazione analoga con la Juventus penalizzata di 15 punti per il caso plusvalenze. Se in Premier sono per l’assoluto rispetto per le regole, in Italia, come sottolinea il giornalista Paolo Ziliani, “Il ministro dello sport, Abodi, il presidente della FIGC, Gravina e i media compatti sono scesi apertamente in campo a difesa della Juventus”.

Poi l’attacco alla Gazzetta dello Sport: “Stesso giornale, stesso giorno (oggi), stesso argomento: i club che infrangono le regole del gioco come il City in Premier e la Juventus in serie A. Del City si dice nel titolo che rischia l’esclusione; la Juve viene apertamente incitata a vincere Coppa Italia e/o Europa League. la Gazzetta non aveva mai scritto: l’UEFA escluderà la Juventus dalle coppe per antisportività (e poi verrà il resto). Dopodiché, forza Juve, vinci subito così le sanzioni scattano subito e ti rivedremo presto! Sic”.

Caso City e plusvalenze Juve: Avete visto cosa ha fatto la Gazzetta

 

Ziliani aggiunge: “In realtà viene da ridere perché per evitare la B tutti sanno che non basta vincere a Salerno. Per salvare la Juventus da una condanna anche più dura non servono Vlahovic e Chiesa, ma il governo, il ministro dello sport e il Palazzo del Calcio: tutti già scesi in campo”.