La morte di Nonna Rosetta di Casa Surace a 89 anni ha sconvolto tantissimi fan e appassionati, il ricordo di Beppe Polito il vero nipote di Rosetta Rinaldi.
In una intervista esclusiva a Repubblica, Beppe dice: “Sapevo che mia nonna Rosetta era molto amata, ma non immaginavo fino a questo punto. Siamo stati inondati da un affetto incredibile, arrivano messaggi sui telefoni di tutto il gruppo di Casa Surace. Lei è sempre stata la nonna di tutti, anche prima di diventare famosa. Una nonna con la valigia, che alla morte del marito ha conosciuto una nuova vita e ha cominciato a girare il mondo. I miei amici venivano a pranzo a casa, al mare con noi e rincasava alle 3 del mattino. Tutti si confidavano con lei e le chiedevano consigli. Non ha mai giudicato nessuno. Il Covid e l’isolamento l’hanno cambiata, negli ultimi mesi era provata dall’età e dalla vita. Si nota anche negli ultimi video“.
Morta Nonna Rosetta di Casa Surace: il ricordo del vero nipote
- Beppe, chi era Rosetta Rinaldi prima del successo?
“La sua potrebbe essere la vita di milioni di italiani del suo tempo. Era una casalinga, che si svegliava alle cinque del mattino per aiutare il marito e curare la famiglia. Ma ha sempre avuto una predisposizione allo spettacolo, anche perché siamo una famiglia di artisti. Mio padre, Enzo Polito, era un cantante dei Pandemonium. Nonna ha cucinato per Don Bakhi, Barbarossa (sempre zitoni al ragu): era abituata a vivere questo mondo con un occhio alla quotidianità del paese. Quando è rimasta vedova, a 55 anni, ha cominciato a viaggiare per il mondo. New York, Parigi. Andava ovunque con amiche pensionate e questo, in un piccolo paese come Sala Consilina, è un grande insegnamento. Ricorda l’importanza di godersi la vita, di fare quello che si desidera senza emere il giudizio degli altri. Sui bus organizzati era sempre lei a raccontare le barzellette”. - Come nasce la collaborazione con Casa Surace?
“Quasi per caso. Nella società io curo scenografia, location e produzione. Molte cose sono state girate a casa mia, nel garage. Un giorno giravamo un video di Natale, era di moda la “mossa” di Rovazzi e ci venne l’idea di farla provare a una persona anziana. Nonna abitava al piano di sotto, mamma la pettinò e lei un po’ incredula ci disse: “Ma mica mi fate dire qualcosa di strano?”. Quel video andò benissimo e la parte autoriale di Casa Surace ha sempre inserito nonna nei filmati. Io l’ho spinta, la stimolavo, immaginavo che le avrebbe fatto bene“.
- Cosa successe dopo il video?
“Nonna ebbe un calo, prese freddo, trascorse Natale e Capodanno in ospedale. In un primo momento pensavamo quasi di averle fatto del male, invece poi è rinata e con i video è tornata una ragazzina. Le persone le hanno dato un amore enorme, ha cominciato una nuova vita rimanendo sempre se stessa. Il Covid e l’isolamento, purtroppo, hanno portato a una discesa, fino ad arrivare a questi anni“. - A inizio settembre l’ultima clip in rete.
“Sì, in seguito è caduta e si è rotta il femore ma era già provata. A marzo è morto mio padre e questo l’ha fatta stare male. Io avevo un rapporto speciale con lei, eravamo amici, giocavamo sempre. Quando l’ho vista lunedì, l’ultima volta, mi ha detto che si era scocciata. Si stava riprendendo ma si vedeva una sofferenza fisica e mentale, poi ha avuto una crisi respiratoria in seguito a una polmonite e, purtroppo, ha calato il sipario“. - I video di nonna Rosetta hanno incassato milioni di visualizzazioni, tradotti in cinese e portoghese. Cosa pensava lei del successo e dei social network?
“Si rendeva conto a tratti dell’incredibile popolarità che aveva, ci ha messo molto tempo a prenderne coscienza. E quando le dicevo che dovevamo rilasciare un’intervista o ritirare un premio mi chiedeva: “Ma la gente è proprio strana, che ho fatto?”. Io le dicevo sei il simbolo delle nonne italiane, e lei: “Mah”.E ogni volta che le portavo qualcuno a casa che voleva conoscerla, prima me ne cantava di tutti i colori poi preparava il caffé“. - I segreti del backstage?
“Nonna è una casalinga che si è trovata a fare l’attrice, non era capace di imparare a memoria o caratterizzare, le battute sono merito della fantasia della parte autoriale di casa Surace. Lei stava al gioco, a volte ci divertivamo a suggerire cose strane, lei ripeteva poi ci diceva “Ma questo mica lo mandate in onda?”. Era nonna Rosetta anche sul set“. - Il ricordo più caro?
“Il suo sorriso, la dolcezza e lo spirito con cui affrontava le cose, la capacità di godersi la vita è una cosa di cui far tesoro. A nonna non è mai fregato niente del giudizio degli altri, viaggiava e andava a teatro senza curarsi della mentalità di paese. A me ha dato un grandissimo insegnamento. E si è fatta amare: mi arrivano miliardi di messaggi, mi scrivono persone come fossero nipoti. L’importante non è raggiungere il successo per la mia famiglia ma fare le cose per divertirsi, con deontologia e umiltà“. - Lei era una nonna del Sud di una volta, distante dalle nonne giovani del terzo millennio. Come giudicava la modernità?
“Nonna non ha mai giudicato i costumi o le persone che facevano cose assurde in tv, aveva il limite della decenza che dovremmo avere tutti e che lei forse poteva far ricordare ma non si è mai permessa di dare un giudizio sugli altri. Aveva sempre una parola dolce per tutti“. - La foto con lo zoccolo è tra le più amate, quando faceva qualcosa di grave come reagiva?
“Una ramanzina con occhi e parole, non aveva studiato ma faceva un discorso basato sui valori, sul dolore che un’azione poteva provocare in mia madre. Poi si girava e diceva: “Vuoi provare il sugo?“