Calcio Napoli

Chiariello: “A Napoli abbiamo scoperto che c’è chi fa di mestiere l’amico ufficiale di Osimhen”

Il giornalista Umberto Chiariello si è soffermato sullo scandalo del calcio scommesse mettendo per iscritto il suo pensiero.

In un recente editoriale per Campania Sport, l’analista sportivo Umberto Chiariello ha affrontato il caldo tema delle scommesse nel mondo del calcio italiano, sollevando questioni fondamentali sulla responsabilità degli atleti e la mancanza di supporto finanziario e educativo. Chiariello ha sottolineato che nonostante la pausa per le Nazionali, l’Italia sta giocando la sua credibilità, minata dagli eventi recenti e dalla crescente epidemia di calcioscommesse: “La sosta per le Nazionali non implica che non ci siano argomenti scottanti. L’Italia si gioca una credibilità residua, ancora una volta picconata da avvenimenti recenti”.

Secondo Chiariello, è necessario adottare un diverso approccio alla gestione delle procure sportive, mettendo l’accento sull’attenzione per gli atleti anziché sui contratti. Ha sottolineato anche il problema della ludopatia nel mondo del calcio, sottolineando che i giocatori dovrebbero essere condannati senza sconti se si scopre che hanno scommesso illegalmente sulla Serie A o sul loro sport, ma ha anche sollevato domande importanti sulle cause alla radice di questi comportamenti:  

“Il film ‘Moneyball’, con Brad Pitt, del 2011, diceva che serve un diverso modo di gestire le procure sportive: non più dando attenzione ai contratti, ma all’atleta. E’ facile, oggi, parlare di ludopatia… I giocatori vanno condannati, se si scopre davvero che hanno scommesso sulla Serie A, sulla propria squadra o sul calcio in generale, sapendo che non lo possono fare. Nessuno sconto va applicato, però fare la domanda non basta: bisogna avere le risposte e trovare anche i colpevoli”.

Ludopatia, vicenda scommesse e dati sconcertanti: il pensiero di Chiariello

Il giornalista ha rivelato dati sconcertanti: il 60% dei calciatori diventa indigente alla fine della carriera, il 7% ha solo la licenza di scuola media e solo il 4,8% ha conseguito la laurea. Questi numeri evidenziano la mancanza di preparazione finanziaria e l’assenza di supporto educativo per i giovani atleti, lasciandoli vulnerabili alle tentazioni delle scommesse illegali.

“Lo sapete che il 60% die calciatori, a fine carriera, diventa indigente? Perdono tutto, i giocatori, quando appendono gli scarpini al chiodo. Lo sapete che il 7’% dei professionisti ha solo la licenza di scuola media? In un mondo moderno, sono iper-professionisti con la scuola media… Il 26,2%, non di più, ha il diploma e il 4,8% ha conseguito la laurea”.

Chiariello ha anche sollevato preoccupazioni sulle persone che circondano questi giovani talenti, criticando coloro che si fingono amici mentre in realtà li sfruttano. Ha citato esempi specifici, come chi fa il “mestiere” di essere l’amico ufficiale di un giocatore come Osimhen a Napoli. Questi giovani, ricchi, famosi e annoiati, spesso cadono nelle trappole dei vizi, con conseguenze potenzialmente distruttive per le loro vite e carriere.

C’è un giro di scommesse da 25 milioni e 18,5 di questi sono su mercati illegali, perch gestiti da associazioni mafiose… A quei livelli, le tentazioni sono forti. Quali sono le cause? Investimenti sbagliati? Molti atleti, perché non hanno una preparazione finanziaria adeguata, non sono pronti, senza contare che sono circondati da tante persone che si spacciano per amiche. Non sono aiutati, attorno a loro ci sono tanti lestofanti”.

“A Napoli abbiamo scoperto che c’è chi fa di mestiere l’amico ufficiale di Osimhen, come a Roma c’era il fratello di latte di Falcao… Se hai un tenore di vita altissimo e dopo non hai più quei guadagni, che fai? Quando sei ricco, giovane e famoso e sei annoiato, perché hai tanto tempo da gestire, come fai con i vizi? Qualcuno si preoccupa di questi ragazzi o si pensa solo a sfruttarli?” Non mi venite a dire che questi ragazzi sono sciocchi!”.

“Il calcio non è quello che vedete in tv, ma la frequentazione dei campi… Solo a Napoli, ci sono 200 scuole calcio ed ognuna a 100 giocatori di media: 20 mila ragazzi che sognano di diventare professionisti e molti di loro sono formidabili, ma solo la punta dell’iceberg arriva ad affermarsi, e sapete perché? Perché hanno la testa. Uno che arriva a quei livelli, a 22 anni, non è uno sciocco, anzi: ha qualcosa in più. E se trasgredisce le regole e fa le cose che si stanno sentendo, c’è qualcosa di profondo, nella nostra società, sul quale indagare, prima di condannare”. 

Infine, Chiariello ha menzionato un pensiero del giornalista Gene Gnocchi sulla Gazzetta, che riflette sulla trasformazione del calcio: “C’era un tempo in cui il calcio scommetteva sui giovani, invece ora i giovani scommettono sul calcio”. Questa affermazione drammatica mette in evidenza un cambiamento profondo nella cultura del calcio italiano, sollecitando una riflessione critica sulla direzione in cui si sta dirigendo il mondo dello sport.

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