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Sacchi critica il calcio italiano: “Specchio di un Paese senza cultura del fare squadra”

L’ex tecnico Arrigo Sacchi si è scagliato contro il calcio italiano, dicendo la sua anche sul calcio scommesse.

L’ex allenatore Arrigo Sacchi ha recentemente espresso forti critiche nei confronti del calcio italiano in un’intervista a Il Giornale. Sacchi ha sottolineato la mancanza di mentalità di squadra nel paese, accusando l’opportunismo e la mancanza di merito di dominare il panorama calcistico italiano. Nel suo discorso, ha anche toccato il tema delle scommesse e ha fatto una riflessione amara sulla situazione educativa in Italia.

Il calcio italiano è lo specchio di un Paese che non ha la cultura del fare squadra. Ognuno gioca per sé senza capire che si arriva in alto solo puntando sul collettivo. Da noi dominano furbizia e opportunismo, non certo il merito. Se perdiamo diamo la colpa alla sfortuna e se vinciamo è perché si specula sugli errori dell’avversario. Preferiamo la tattica alla strategia. Ma, come sosteneva Sun Tzu ne L’arte della guerra, quando un tattico affronta uno stratega ha già perso in partenza. Non a caso da dopo l’epopea dell’Impero Romano, abbiamo preso sempre sberle. Nazionale? Nel nostro campionato gli italiani che giocano titolari sono una minoranza. Così tutto diventa più difficile. Ma Spalletti è capace. Merita fiducia. Var utile o dannosa? Utile. Serve a evitare, o comunque a limitare, le ingiustizie del passato. Progresso e scienza offrono sempre nuove opportunità. E ciò vale anche per l’intelligenza artificiale”. 

Sacchi ha poi aggiunto qualche parola sullo scandalo del calcio scommesse: “Non conosco personalmente i ragazzi coinvolti in quest’ultimo scandalo. È una brutta storia che mi amareggia, ma non meraviglia. Siamo un popolo di ignoranti, presuntuosi e arroganti. Cosa possiamo aspettarci in un Paese dove gli insegnanti hanno stipendi umilianti? In Spagna un docente guadagna il doppio, in Francia il triplo, in Germania il quadruplo. Prima le nostre università erano piene di stranieri. Ora sono i nostri giovani che fuggono all’estero”.

La sua critica alla mancanza di mentalità di squadra e alla prevalenza dell’opportunismo nel calcio riflette una sfida più ampia che l’Italia deve affrontare nella promozione del lavoro di squadra e del merito.