Serie A

Plusvalenze Juve, l’accusa: “Non solo Partici, tutta la dirigenza sapeva, anche Elkann”

Il caso Juve fa tremare il mondo bianconero, secondo l’accusa dei pm tutti i dirigenti sapevano quello che accadeva, non solo Fabio Paratici.

“Dietro la prassi della Juve di abusare delle plusvalenze non c’era solo Paratici. Per la Procura di Torino, le scelte erano imposte e condivise dai vertici. I pm lo scrivono nero su bianco nella richiesta di misure cautelari ai dirigenti del club bianconero, rigettate dal gip in estate” a scriverlo è La Stampa che riporta alcuni stralci dei documenti in possesso dei giudici.

Intercettazioni Juve: “Lì oramai sono diventati talmente esperti a fare i trucchetti

Tanto per citare una delle conversazioni che i pm giudicano «illuminanti»: l’amministratore delegato della Juve, Maurizio Arrivabene, parla al telefono dell’area finanza Juve e dice:

«Lì ormai son diventati talmente esperti a fare i trucchetti».

A proposito delle plusvalenze sfrenate, i magistrati scrivono:

«Si è trattato di una decisione aziendale complessiva, imposta e condivisa dai vertici».

Tutti sapevano, sottolinea la Procura, a partire da Agnelli.

«Le “manovre correttive” in questione, tuttavia, sono “manovre illecite” e Agnelli è pienamente consapevole di questo».

Sapeva anche Elkann. I pm lo scrivono in modo chiaro, netto: la dirigenza al completo era a conoscenza dei problemi finanziari del club e delle misure correttive utilizzate per alleggerire i bilanci, ovvero le plusvalenze.

«L’azionista di maggioranza nelle persone del legale rappresentante Elkann o dei dirigenti di volta in volta interessati, appare pienamente a conoscenza delle problematiche finanziarie della Juventus e, soprattutto, delle manovre correttive (in particolare, plusvalenze), studiate al fine di “alleggerire” i bilanci e al fine di consentire la permanenza “sul mercato” di Juventus senza la perdita dei “pezzi pregiati”».

Secondo i giudici anche Allegri era a conoscenza dei fatti, dato che l’allenatore nell’estate del 2021 si lamentava del fatto che il mercato dell’anno precedente fosse stato interamente composto da plusvalenze. L’allenatore lo definiva un “mercato del cazzo“. Mentre il “Il mercato di oggi è quello vero, dove uno va a comprare il giocatore che gli serve. Il mercato dell’anno scorso era solo plusvalenze (…) e quindi era un mercato del cazzo“.

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