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Pino 'Batman' Taglialatela a NSN: "Napoli fantastico, la mia parata su Florijancic…"

Uno dei più grandi portieri della storia azzurra si racconta in esclusiva al nostro portale

 

Batman. Per chi non conosce l’ambiente partenopeo si tratta di un personaggio dei fumetti creato da Bob Kane e Bill Finger che si batte con potenti criminali quali Joker, Pinguino e l’Enigmista per mantenere sicura Gotham City. Per chi ha il sangue azzurro, invece, è un supereroe che per anni ha difeso con le unghie e con i denti i pali del suo amato Napoli, volando per intercettare i palloni calciati dagli avversari, parando rigori su rigori, senza mai indietreggiare, con orgoglio e convinzione: Pino Taglialatela, un nome, una garanzia.

Nel suo palmares uno scudetto ed una Coppa Italia conquistata nel 1986/1987 da terzo, oltre alla Supercoppa vinta nell’estate del ’90 ai danni della Juventus. Ma è nel 1993 che si prende la titolarità della porta azzurra, impiegando pochissimo per diventare l’idolo indiscusso del ‘San Paolo’.

Ancor oggi è il miglior pararigori di tutti i tempi della massima serie. Avrebbe meritato la Nazionale, ma forse, per lui, rappresentare il team del cuore e diventarne un trascinatore è come aver vinto un Mondiale.

Un aggettivo per descrivere il Napoli di Sarri? “Fantastico. Anche ieri sera all’Olimpico si è vista una squadra spettacolare, in grado di vincere e divertire. Il tecnico toscano ha dato nuova linfa a calciatori che nella stagione scorsa sembravano smarriti. Higuain è impressionante: un bomber implacabile, segna nei modi più svariati. Un vero campione!”.

Pensa che la gara di Torino in programma il 13 febbraio possa  risultare decisiva ai fini del campionato? “Senza dubbio è una partita molto importante, ma non fondamentale. Bisognerà arrivarci con qualche punto in più rispetto ai bianconeri, per poi giocarcela senza timori reverenziali. Se usciremo indenni dallo Juventus Stadium, vi saranno ottime possibilità di dettare legge fino al termine del torneo”.

Juve-Napoli, una partita particolare per lei, vero? “Certo. Era il 6 gennaio 1991, al Delle Alpi vi fu il mio esordio in Serie A. Ebbi l’occasione di scendere in campo con fuoriclasse del calibro di Maradona, Careca, Alemao e Francini. Calcare quel palcoscenico con la maglia scudettata fu bellissimo. Sfoderai una grandissima prestazione: compii interventi dall’alto quoziente di difficoltà su Di Canio, Baggio e Schillaci, ma una rete irregolare di Casiraghi c’impedì di tornare a casa con un risultato positivo”.

Il suo rapporto con Maradona? “Da parte mia vi era un’immensa ammirazione per lui, dal canto suo Diego provava un grande affetto nei miei confronti. E’ un uomo spettacolare, un capitano unico. Si faceva ammazzare per difendere i propri compagni. Il numero 1, in campo e fuori”.

A chi è rimasto maggiormente legato dell’ambiente Napoli? “A molte persone che, nonostante fossero dietro le quinte, erano l’anima di quella squadra. Lo chef Maresca, Maria la governatrice di Soccavo, il cameriere Vittorio, il mitico Tommaso Starace, i massaggiatori Carmando e De Novellis, i dottori De Nicola, Ciro Mauro e Lino Russo: tutte figure storiche del club azzurro. Per quanto riguarda i calciatori, avevo un forte rapporto con Di Fusco, Pizzi e Boghossian, senza dimenticare Carmelo Imbriani, ragazzo umile e riservato col quale mi frequentavo anche lontano dal campo. Un ragazzo d’oro, con alle spalle una famiglia perbene”.

La sua miglior partita? “Tutti i match in cui ho giocato sono racchiusi nel mio cuore, a prescindere dal risultato. La mia parata più particolare è quella effettuata in casa contro la Cremonese: eravamo passati da poco in vantaggio grazie ad una rete di Rincon,  quando l’attaccante grigiorosso Florijancic colpì la sfera di tacco indirizzandola all’angolo sulla mia destra. La palla colpì il palo e si apprestava ad entrare in rete, ma con un balzo felino la tolsi dalla linea di porta, facendo strozzare in gola l’urlo di gioia del possibile goal all’attaccante sloveno”.

Il portiere che attualmente mostra caratteristiche simili alle sue? “Gli estremi difensori di oggi sono impostati diversamente: sono forti fisicamente, bravi coi piedi, effettuano uscite stile pallamano. Ma noi avevamo più stile, la nostra era arte nell’effettuare una parata. Mi piace molto Reina, che reputo un fenomeno, ma anche giovani come Consigli, Mirante, Perin e Donnarumma. Quest’ultimo ha evidenti margini di miglioramento: potrà diventare un grandissimo”.

Il suo saluto ai supporters partenopei? “Mi sento quotidianamente con loro, quello che ti danno non è paragonabile a nessuna altra tifoseria. Quando venivo acquistato dalle altre società, mettevo sempre in chiaro che il mio cuore è azzurro. Sono un ultrà come loro. Un abbraccio, Pino”.

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