Il giornalista Massimo Cecchini ha commentato l’arrivo di Rudi Garcia sulla panchina del Napoli come sostituto di Luciano Spalletti.
La stagione del Napoli di Luciano Spalletti è destinata a rimanere nella memoria collettiva. Dopo aver conquistato lo scudetto con prestazioni eccellenti in ogni reparto, battendo record sia in attacco che in difesa, assicurandosi il titolo con cinque giornate d’anticipo, il Napoli ha raggiunto diversi primati a livelli europei. La squadra di Spalletti ha accumulato ben 90 punti, superando sia il Barcellona (88) che il Manchester City (89), campioni rispettivamente in Spagna e Inghilterra. Non solo: gli azzurri primi anche per gol segnati di testa. Insomma, a parlare sono i numeri che hanno reso questa stagione davvero stratosferica.
Ora a raccogliere l’eredità di Luciano Spalletti c’è Rudi Garcia. Il tecnico è stato presentato ieri a Capodimonte, dimostrandosi all’altezza di raccogliere il compito con grande tenacia e alcuni obiettivi già in mente. A soffermarsi sulla differenza tra i due tecnici è Massimo Cecchini, giornalista Gazzetta dello Sport, ha parlato di Garcia e Spalletti attraverso le frequenze di Radio Napoli Centrale:
“Colpi Roma? Aouar è un ragazzo eccezionale, ha deciso di studiare e imparare l’italiano per rispetto al Paese in cui va a giocare. Chi lo fa ha una marcia in più e penso a tanti giocatori che l’hanno fatto nella storia. Spalletti? Fece un giro di parole sul mio cognome. I giornalisti a Roma sono molto cattivi, a Napoli siete buoni (ride, ndr). Garcia è completamente diverso, un gaudente, ama socializzare, non ha retro pensieri negativi, trova il punto di contatto, è diverso anche da un punto di vista tattico”.
Cecchini ha poi aggiunto: “Ho l’impressione che Spalletti abbia qualche colpo di genio che lo rende unico, così come lo stesso ripescaggio di alcuni giocatori del Napoli che non si pensava potessero essere in prima linea, penso Lobotka. Credo che Garcia e Spalletti non si amino molto, vi faccio notare una cosa: ieri è stato nominato una sola volta. Come gioca Garcia? È più attento alla difesa, ama il calcio verticale, le ripartenze rapide e improvvise. Ha insistito tanto per avere Gervinho e in effetti fu un’arma vincente. Il problema del Napoli è che gli manca il Totti, una porta aerei che lanci gli altri”.