Victor Osimhen è il punto fermo del gioco del Napoli, con lui in campo gli azzurri hanno segnato un gol ogni sedici minuti di gioco.
Le prestazioni di Victor Osimhen sono sotto gli occhi di tutti. E’ evidente lo strapotere fisico e mentale del calciatore nigeriano. In quatto giornate (solo tre giocate a causa di Juve-Napoli ndr) Osimhen ha scacciato via ogni dubbio. All’inizio del campionato in tanti temevano per la sua giovane età, per il suo impatto con una una realtà come la Serie A, ma ad un giocatore che ha così fame di fare bene non può far paura nulla. Anche il Corriere della Sera esalta le prestazioni Osimhen e scrive:
Oggi è il centravanti che ha accompagnato in maniera naturale il processo di trasformazione del Napoli di Gattuso. Dal 4-3-3 al 4-2-3-1, più funzionale se in squadra c’è un attaccante come lui che fa reparto da solo, crea spazi e dà profondità alla manovra. Batte sulla corsa gli avversari, domina con la potenza fisica l’area di rigore. Palla a lui, e il Napoli va. Va talmente tanto che con Osimhen in campo la squadra di Gattuso fa gol ogni sedici minuti. Ne ha collezionati 203 su 270 di minuti, e il Napoli ne ha beneficiato andando a segno 12 volte: di fatto, con Victor in campo, di quarto d’ora in quarto d’ora si esulta. Senza, invece, la voce gol si attesta sullo zero. Non è un caso. Gli attaccanti davanti sono quattro e tutti hanno lo spazio, con Bakayoko che fa l’equilibratore in mediana: questa la formula nuova varata da Rino Gattuso, che rinuncia al palleggio perché la sua squadra può verticalizzare, guarda avanti e sa che c’è un ragazzo alto e con le gambe molto lunghe che brucia gli avversari sul tempo.
Lasciare un segno nel tabellino è la priorità per un attaccante, ma Osimhen di gol ne ha fatto soltanto uno. Per ora è il regista-protagonista della rivoluzione partenopea, tanto gli basta per continuare a lavorare e a migliorarsi. L’abbraccio con l’allenatore al termine della sfida con l’Atalanta narra di un sogno che si è realizzato. L’attitudine a conquistare lo spazio resta il tratto distintivo di un ragazzo di appena 21 anni che quando corre sorride e che dopo il gol si è precipitato verso la telecamera con una shirt bianca tra le mani: «Stop alle violenze della polizia in Nigeria», messaggio di solidarietà e di impegno civile verso il suo popolo. Gattuso adesso ha l’uomo in più, che prima di esultare va ad abbracciarlo e gli tocca le corde
del cuore: «Victor ci mancava. Sì, sono innamorato di lui», anche Rino si è lasciato andare. È l’uomo del cambiamento e anche dei sogni che il Napoli oggi può cominciare a riprendersi.
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