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Napoli una città sorprendete. Accomodatevi, per piacere.

Napoli una città sorprendete: Si può dormire in un atelier d’artista, cenare in una villa privata sul mare e condividere la bellezza di un museo privato.

Bussate agli indirizzi giusti: dietro i portoni si aprirà una città sorprende.

di Donatella Bernabò Silorata Magazine Dove

Napoli una città sorprendete

Napoli una città sorprendete. Al civico 214 di via dei Tribunali, in oltre 300 stanze del cinquecentesco Palazzo Ricca e nell’attiguo Palazzo Cuomo, sono raccolte e catalogate migliaia di carte: filze, libri maggiori, pandette, tutti provenienti dai banchi pubblici che vanno dalla metà del Cinquecento al Novecento.

È l’Archivio storico del Banco di Napoli, la più imponente documentazione bancaria esistente al mondo: 80 chilometri di carte, 17 milioni di nomi, cinque secoli di storie. Un luogo unico e sconosciuto ai più, da poco aperto al pubblico, che racconta Napoli e le sue vicende. da queste carte, scritte in punta di inchiostro, spuntano i nomi di Michelangelo Merisi da Caravaggio, del Principe Raimondo di Sangro, di Giuseppe verdi. Si percorre un labirinto di stanze e al tempo stesso di memorie, mura di carte e torri di volumi che improvvisamente prendono vita in videoracconti, immagini e suoni che svelano le storie e le voci conservate nell’Archivio. Fogli che parlano, che raccontano spaccati di vita quotidiana ai tempi della grande peste, della Repubblica napoletana del 1799.

Napoli una città sorprendete. Accomodatevi, per piacere.

COSA VEDERE

Da questo straordinario museo inizia il viaggio alla scoperta di quei luoghi che non si trovano nelle guide più comuni. Dietro le quinte Musei privati, nuovi progetti di accoglienza, ipogei millenari, case e atelier di artisti che aprono all’ospitalità: ecco la Napoli inaspettata, che si svela oltre un portone chiuso, nella trama dei vicoli o nella quiete immobile delle insenature della costa di Posillipo.

Nel seicentesco Palazzo Donn’Anna, che si protende sul mare, bisogna bussare alla porta della Fondazione Ezio De Felice per scoprire uno dei luoghi più iconici della città, capolavoro incompiuto di Cosimo Fanzago.

La fondazione occupa il Teatro di Palazzo Donn’Anna e custodisce libri, fotografie e progetti di ezio de Felice (1916-2000), architetto, docente e caposcuola dell’esperienza museografica italiana. L’architetto Roberto Fedele svela a studiosi e visitatori la storia di questi luoghi, ancora oggi pregni di aria salmastra e di leggende: le feste della nobildonna Anna Carafa, i fantasmi dei suoi amanti sventurati e i loro “canti malinconici d’amore che si levano quando scende la notte”, come scriveva Matilde Serao.

Non si conosce veramente Napoli se non la si vede almeno una volta dal mare; solo dall’acqua si scorge la Conca di Marechiaro, casino seicentesco e oggi dimora privata inserita nel circuito di Homeating, progetto di social eating di due napoletane con la passione per l’accoglienza,Carolina Pignata e Marcella Buccino.

Sono tanti gli indirizzi dove si può prenotare una cena speciale: dal salotto bon ton all’attico-loft del collezionista; dalla grotta-atelier dell’artista Michele Iodice, alla Sanità, alle stanze di Purgatorio 2, nel settecentesco Palazzo Spinelli di Laurino. È un gioiello nascosto, altrimenti inaccessibile, con il suo cortile a pianta ellittica (l’unico in città) e lo scalone monumentale a doppia rampa. Il portiere è severissimo: si può dare una sbirciatina, ma non si può fotografare tanta meraviglia.

Vico San Domenico Maggiore è: è il vicolo che conduce alla Cappella Sansevero, quella del celebre Cristo velato, ed è la strada di artigiani, designer indipendenti ed artisti uniti in un progetto comune che hanno chiamato vico creativo.

I decumani sono un teatro, coesistenza di arte e miserie, storia e sciatteria, palazzi principeschi e pescherie che sembrano uscite da un presepe.

DORMIRE

Il Rione Sanità, dove nacque Totò (a maggio ricorrono 50 anni dalla morte), è uno dei luoghi più veri ed emozionanti di Napoli. Francesi e inglesi lo preferiscono di gran lunga ad altri quartieri e prenotano una delle quattro stanze di Casa D’Anna, inattesa e raffinatissima maison d’hôtes nel cuore del popolare Borgo dei vergini.

Il vociare del mercato rionale, l’eleganza di Palazzo San Felice, il Cimitero delle Fontanelle, gli ipogei ellenistici e paleocristiani da visitare con i ragazzi della cooperativa La Paranza (catacombedinapoli.it), che organizza tour guidati nel quartiere. cuore barocco A cinque minuti di cammino si raggiungono il Museo Madre, il Museo Archeologico Nazionale e la celebre Farmacia degli Incurabili, capolavoro barocco di arte e scienza, riaperta dopo 90 anni di oblio e abbandono.

Al civico 288 c’è poi il Museo Civico Gaetano Filangieri, uno spazio privato allestito nel quattrocentesco Palazzo Como, riaperto due anni fa dopo alterne vicende, contraddistinte anche da saccheggi e chiusure. Nei due piani del palazzo sono custodite le collezioni eclettiche di Gaetano Filangieri Principe di Satriano: porcellane e maioliche delle più importanti manifatture europee, armi e armature orientali, monete, sculture e dipinti, tra cui opere di Jusepe de Ribera, Luca Giordano, Mattia Preti.

Materdei. Il suggerimento è di arrivarci a piedi, da via Salvator Rosa, salendo le scale che fiancheggiano l’Ex OPG, l’ospedale Psichiatrico Giudiziario, oggi occupato da un collettivo di artisti che ne ha fatto un luogo di creatività – bellissimi i murales che hanno cambiato volto all’edificio – e inclusione sociale.

Aveva ragione Malaparte quando diceva “Napoli non è una città, è un mondo”.

COSA MANGIARE

A Chiaia, il quartiere dell’alta borghesia, delle vetrine griffate e patinate, del lungomare e dei grandi alberghi, si incontra un’altra città ancora. Che ha il suo fascino e i suoi indirizzi segreti, come il Museo della cravatta E. Marinella, al terzo piano del’edificio che ospita il negozio storico; Palazzo Mannajuolo (via Filangieri 36), una delle più complete espressioni del Liberty partenopeo, costruito tra il 1909 e il 1911.

L’offerta gastronomica in città ha alzato il tiro da qualche tempo a questa parte: molte novità, un ricco ventaglio di proposte e una qualità che cresce. Al Veritas Restaurant è arrivata la stella Michelin a premiare la cucina di Gianluca d’Agostino, che propone piatti ben bilanciati tra creatività e tradizione.

In via Crispi, Marianna vitale, la cuoca stellata di Sud Ristorante, firma il menu del bistrot di HART/Cinema Food Music, che è non è un cinema come altri, ma una sala flessibile con poltrone, divani e letti king size, dove il grande schermo e i film diventano occasione sempre diversa di incontri, performance e nuove contaminazioni: con il cibo, il teatro, la letteratura, la musica, la mixology.

Anche questa è la Napoli che non ci si aspetta, curiosa e stravagante, capace di coniugare sempre cultura e piacere. 

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