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Mertens e Koulibaly. Due pezzi di storia, due pezzi di Napoli.

Mertens e Koulibaly sono al centro di alcune voci di mercato ma i due  hanno giurato amore a Napoli e alla maglia azzurra.

 

Mertens e Koulibaly dna napoletano. Dries e Kalidou sono al centro di alcune voci di mercato, il rinnovo con il Napoli tarda ad arrivare e la piazza comincia a tremare all’idea di perdere in un sol colpo due beniamini. Sui social la famosissima pagina il Napulegno, ML98, ha dedicato un post, diventato subito virate alla questione legata da Mertens e koulibaly:

Dries Mertens e Kalidou Koulibaly. Due pezzi di storia, due pezzi di Napoli. Frammenti di anima 081.
Perché chi quella maglia la ama davvero, indissolubilmente, non riesce a non affezionarsi anche a chi la indossa con impegno, sudore, attaccamento.
Poi capita, talvolta, che certe caratteristiche siano accompagnate da talento, da dominanza fisica, da interventi in tackle che il Maradona si galvanizza come ad un goal segnato all’ultimo minuto.
Scrivo goal e la mente va a lui, va a Dries: dribling, giocate, no look… porte buttate a terra. Penso a questi due ragazzi adottati dalla nostra città, e ho nella mente quello scudetto scippato con la forza dai nostri cuori.
Dries che esulta in faccia ai Berghem in uno stadio tracimante d’odio e razzismo“.

SARÒ CON TE

ML98 aggiunge: “Kalidou in una notte d’Aprile a Torino. Braccia al cielo, anima vomitata nell’urlo. Tutti a Capodichino. Tangenziale bloccata. In un giorno comune avresti cominciato ad intrattenerti in rapporti poco ortodossi col calendario, non quella sera.
Quella sera la tangenziale diventò una curva, “saró con te” cantato fino all’alba di una Capodichino incendiata da cori e fumogeni, e un’intera generazione, la mia, che capì cosa volesse realmente dire “Napoli torna campione”.
Finì male, malissimo. Un incubo per cui avrei chiuso volentieri col calcio, con le maglie azzurre, con qualsiasi oggetto di forma sferica potesse rotolarmi nei piedi mentre passeggiavo per la città.
Io e Andrea. Agnelli s’intende. Chiusi in una stanza, senza via d’uscita. Un sogno che ho bramato con tutto me stesso e con la fiammella ancora accesa.
Mi sono sempre chiesto cosa avessero realmente sentito i calciatori. Avrei voluto la possibilità di chiederglielo a telecamere spente. Potergli vedere negli occhi la nostra stessa delusione, e il nostro stesso odio per quel sistema marcio.
Ce ne parlò Maurizio, senza peli sulla lingua. Raccontandoci di ragazzi abbandonati al pianto in quell’albergo di Firenze, che per anni è stato oggetto di battutine ridicole che avrei strangolato volentieri chiunque le proferisse.
Sono certo che tra quei ragazzi abbandonati al pianto ci fossero anche loro. Mertens e Koulibaly .
Vorrei allora che se quel giorno dovesse arrivare ci fossero ancora tra noi. Io vorrei almeno un pezzettino di quel Napoli, a prendersi la rivincita di un destino assai infame. Vorrei una società che domani mattina, presenti una campagna abbonamenti dai prezzi popolari, con Mertens e Koulibaly a sponsorizzarla, ad invitarci a riempire lo stadio.
Vorrei una ventata d’entusiasmo, necessaria, per iniziare la stagione con la stessa sensazione che si percepiva in città ad Agosto 2017: “chisto è l’anno buono”. Poi quel che sarà, sarà.

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