Enrico Mentana su Instagram condanna il razzismo e minimizza sui cori contro Napoli. L’ex giornalista di Mediaset accusa i napoletani di vittimismo.
Carlo Ancelotti si è schierato a favore della sospensione delle gare per i cori razzisti.
Koulibaly sui social ha lanciato un messaggio di fratellanza, mentre Gasperini e il Verona sono diventati improvvisamente sordi.
La piaga del razzismo in Italia è diventata allarmante. Anche la Fifa è preoccupata per il fenomeno che vede il nostro paese ai primi posti.
Ma l’Italia è razzista in relazione alla convenienza personale e dell’oggetto del razzismo. Mentre si schiera a favore dell’interista Lukaku diventa sorda nei confronti di Napoli, anzi i napoletani, devono smetterla di fare i vittimisti, come ha scritto Enrico Mentana su Instagram.
All’ex direttore del TG 5, ha risposto il giornalista Maurizio Zaccone:
MENTANA E LA LOTTA AL VITTIMISMO DEI NAPOLETANI
“Se la lotta al razzismo sta conquistando l’agenda della stampa sportiva, pur se con qualche decennio di ritardo rispetto ad altri paesi, è effettivamente ancora troppo presto per inglobarci la costante dei cori discriminatori verso il popolo napoletano.
Una prassi consolidata in ogni dove, che giochi o meno il Napoli, tra eruzioni invocate e inviti all’igiene personale. Non li sente mai nessuno.
Adesso però scopriamo, grande novità, che il problema siamo noi.
Ce lo dice Enrico Mentana in un post su Instagram dove commenta lo striscione apparso in campo prima del derby Milan-Inter recante la scritta “derby against racism” con le parole: “Sono un tifoso, ma questa è l’immagine più bella di ieri”; e fin qui tutto assolutamente regolare.
Poi arriva il commento di un partenopeo che sottolinea come però da questa lotta al razzismo siano sempre tagliati fuori i costanti cori contro i napoletani e i “lavali col fuoco”.
La risposta del direttore è cristallina:
“OLTRE CHE CONTRO IL RAZZISMO BISOGNA COMBATTERE ANCHE CONTRO IL VITTIMISMO”.
NAPOLETANI VITTIMISTI
NAPOLETANI VITTIMISTI
Quindi è tutto magicamente chiaro. La colpa è nostra. Vittimismi strategici, piagnoni incontenibili, non riusciamo a prenderci con dignità le secchiate di merda che ci urlano ogni settimana e ci permettiamo anche di risentirci.
Dovremmo esserci abituati e invece no, ancora protestiamo.
Perché la lotta al razzismo, inteso come razza, colore della pelle, è nobile e di moda. Quella contro i cori verso i napoletani è di nicchia, poco di tendenza. Ed è un falso problema; sarà ironia, colore.
Risentirsi è da vittimisti. E il vittimismo va combattuto.
In che modo però non mi è chiaro: dovremmo deciderci a lavarci da soli con il fuoco?
O intonarceli anche noi i cori “Napoli colera”? O spiegare ai nostri figli che è cosa buona e giusta discriminare e invocare stragi per un popolo?
Magari ce lo spieghi meglio, direttore.
P.S.
Chissà cosa ne pensa l’Inter, la squadra del direttore, che quando fu multata per cori razzisti addirittura con due partite a porte chiuse e una senza curva, anziché presentare ricorso come altri accettò la sanzione e da grande club invitò la parte dei tifosi che amava intonarli a disertare lo stadio.