Calcio Napoli

Perché Luis Enrique è perfetto per il Napoli: dai giovani al modulo, tutti i dettagli

Il tecnico spagnolo può essere l'uomo giusto per la squadra azzurra

Luis Enrique al Napoli, tutte le novità: lo vuole Aurelio De Laurentiis. L’allenatore spagnolo utilizza il modulo 4-3-3 come Luciano Spalletti.

Sull’edizione odierna di Corriere dello Sport si fa con insistenza il nome di Luis Enrique per il Napoli. Addirittura De Laurentiis è pronto ad offrirgli un contratto da 10 milioni di euro a stagione, per due anni. Insomma qualcosa di veramente importante per l’erede di Guardiola, che ha saputo vincere il triplete con il Barcellona e inventare gioco e giocatori.

Napoli: Luis Enrique ed il modulo 4-3-3

La presenza del tecnico spagnolo sulla panchina azzurro potrebbe essere la naturale conseguenza per sostituire Spalletti. Enrique ha un gioco spumeggiante, oltre ad un profilo internazionale di altissimo livello.

Luis Enrique è un mantra, 4-3-3, l’ha sviluppato al Barcellona, l’aveva appena accennato alla Roma, spruzzandolo qua e là tra tante interpretazioni mica libere di quelle idee che con Totti alle spalle degli attaccanti prevedevano altro (in genere un rombo). Non è semplice sopravvivere dietro un’etichetta, l’erede di Guardiola, ma in parte l’ha voluto meravigliosamente lui, prendendosi subito il Triplete con il Barcellona, segnando un tempo, un ponte tibetano sospeso tra due epoche” scrive Corriere dello Sport.

La sua Spagna è stato un paradosso, così bella con quel palleggio seducente, così sprecona, un’incompiuta che il 6 dicembre, in Qatar, s’è buttata via dagli undici metri dopo essere andata a spasso sulle montagne russe, dai sette gol al Costarica allo 0-0 poi fatale agli ottavi, con il Marocco. Il gusto del rischio ce l’ha nelle corde, l’ha fatto con Gavi, lo aveva già fatto con Thiago Alcantara e Rafinha, non si è inibito con la Roja, affidata alle mani di Unai Simon, Roberto Sanchez e David Raya dopo averla sottratta a quelle più sicure (neanche apparentemente) di De Gea o di Kepa.

Non ci sono bandiere – si continua a leggere – non ci sono intoccabili, non lo è stato Sergio Ramos, molto più di un leader, sparito drasticamente dalla Nazionale, per scelta libera non per il desiderio di stupire: il campo è meritocrazia, non la Storia o il vissuto o le fasce di capitano (sembra De Laurentiis, eh!) e persino ad un totem, uno dei più grandi difensori di tutti i tempi, con appena una manciata di partite nel curriculum stagionale, bisogna saper dire basta“.

Di Marzio: “De Laurentiis vuole Luis Enrique. Ma con quel centro sportivo a Castel Volturno…”