Luigi De Laurentiis è il presidente del Bari appena tornato in Serie B, ma anche il figlio di Aurelio presidente del Napoli in Serie A. Non c’è stato nemmeno il momento di festeggiare per il Bari che già si stava parlando di una possibile cessione della società. Una cosa a cui bisogna pensare in fretta. Secondo le norme federali entro il 2024 non ci potranno essere più multiproprietà ed i De Laurentiis controllano Bari e Napoli con la Filmauro. Ma se il Bari dovesse tornare in Serie A nella prossima stagione, tutto sarebbe anticipato con i pugliesi che rischiano l’esclusione dal campionato. Per il Napoli si parla di una cessione vicina, con le voci che continuano ad intensificarsi.
Cessione Napoli o Bari: la scelta dei De Laurentiis
Luigi De Laurentiis ha parlato del futuro dei due club e della vittoria del Bari a Il Mattino. Ecco l’intervista.
Presidente, Bari torna in B. Che emoziona prova?
«Non nascondo che ho pianto, perché vincere è bello. Ho pianto anche a Catanzaro, quando abbiamo vinto lo scontro diretto e lì ho capito che eravamo vicinissimi a raggiungere il traguardo della promozione».
In cosa il Bari somiglia al Napoli?
«In tantissime cose. In una gestione del club molto snella e nel controllo rigoroso dei conti. Anche se magari in serie B le cose gireranno diversamente, ma è evidente che fino ad adesso i ricavi sono stati minimi, perché non ci sono i diritti tv e i ritorni sono davvero limitati. Tutto è stato fatto a fondo perduto. Ma un fondo pieno di felicità per questa promozione».
Magari anche un derby amichevole Bari-Napoli questa estate?
«Sarebbe divertente. Anche per vedere se mio padre dopo un gol degli azzurri ha il coraggio di gioire con me al suo fianco».
Le multiproprietà sono un tema che ora dovrete affrontare.
«Lo stiamo già facendo con gli avvocati. Ma sono giorni belli, sono momenti che inseguivo da quattro anni in cui abbiamo vissuto tante difficoltà e ingoiato anche molte delusioni. C’è tempo per affrontare questa vicenda».
Lo ha già detto a suo padre che ora tocca a lui vincere?
«E chi è che non vuole vincere lo scudetto al Napoli? Sarebbe lo scudetto di tutto il Sud. La squadra è lassù, a lottare con Inter e Milan. È bello vederla così competitiva giocare alla pari contro tutti. Sono anni che il club è leader in Italia e in Europa».
Cosa le ha insegnato il presidente del Napoli?
«Adesso ho capito tante cose che ha fatto lui in questi anni nel Napoli che prima, magari, mi erano meno chiare. Bisogna anche saper essere psicologi quando si guida un club e poi devi essere pronto a prendere ogni tipo di insulto, senza reagire. In ogni stadio dove sono andato sono stato sommerso di parolacce: bisogna avere le spalle larghe. Come lui le ha nel Napoli. Un autentico maestro».