Marek Hamsik innamorato di Napoli, l’ex capitano parla di Sarri ma anche del futuro del club e della lotta scudetto. In una intervista a Il Mattino lo slovacco, che ha appena detto addio alla Nazionale, parla dei suoi anni a Napoli, ricordando anche quegli anni magici vissuti con Maurio Sarri in panchina.
- Cosa si porta dentro de suoi 12 anni a Napoli?
La felicità. Io a Napoli ero felice, con gli amici, la mia famiglia, sul campo di calcio, con i tifosi. Sennò non avrei rinnovato per cinque volte, sapendo pure che avevo tante altre offerte per poter cambiare. Abbiamo riportato tutti insieme il Napoli tra le grandi. E sono rimasto tutto questo tempo perché non c’è stato un solo giorno in cui non ci fosse qualcosa che mi regalasse un sorriso.
- A cosa ripensa di più dell’esperienza calcistica al Napoli?
Il campionato dei 91 punti. È ancora una amarezza che mi porto dentro, che mi fa male quando ci ripenso. E mi capita di ripensarci. Quel testa a testa senza fine con la Juventus, quello scudetto perso per colpa della maledetta partita di Firenze dove sono finiti i nostri sogni. Però mi rimane una soddisfazione.
- Quale?
Aver giocato nella squadra più spettacolare vista in Italia nell’ultimo decennio, aver dettato legge su ogni campo della serie A e tante volte anche in Europa, aver fatto vedere quello che eravamo capaci di fare.
Hamsik e lo scudetto perso dal Napoli
- E quest’anno il Napoli lo scudetto dove lo ha perso?
È chiaro che in un campionato non si possono sbagliare più di due o tre partite, sennò c’è poco da fare: perdi. Però gli azzurri lo scudetto lo hanno gettato via con Roma ed Empoli: non puoi farti ribaltare in quella maniera quando lotti per il primo posto, non puoi prendere un gol al 90′ quando insegui il sogno. Ma questo gruppo può riprovarci, anche se non so chi resta e chi va via.
- Sul futuro
Quando smetterò, questo farò: il tecnico dei bambini di 13, 14, 15 anni. Perché voglio restituire quello che ho avuto. La mia filosofia è quella che Sarri ha fatto vedere nei tre anni a Napoli, è quello il calcio dove ho goduto di più. Ora se vedo il City di Guardiola è quella l’idea che mi affascina.