Calcio Napoli

Cassano rispetti il Napoli e chi ha fatto la storia del club azzurro

Cassano ha sparato contro i vecchi calciatori del Napoli, esaltando invece Diego Armando Maradona, il suo mito quand’era ragazzino di Bari Vecchia.

Antonio Cassano ospite di Muschio selvaggio, condotto da Fedez e Luis Sal, alla domanda su Diego Armando Maradona ha risposto:

“Penso che sia difficile trovare un’idolatria come c’è stata tra Maradona e la città di Napoli in quel momento storico. Ha vinto il primo scudetto con degli scappati di casa in squadra. Il secondo era una squadra decente. Ha fatto qualcosa di unico, è rimasto a Napoli e poteva andarsene a guadagnare altrove tutti i soldi che voleva.

La risposta di Alessandro Renica, uno dei giocatori di quel Napoli  che con Diego Armando Maradona ha vinto contro tutto e tutti: “Quello che è scappato è il tuo cervello! Irrecuperabile”.

Cassano rispetti il Napoli

Cassano, scrive Francesco De Luca su il Mattino, ha fatto la solita cassanata, con la puntuale mancanza di rispetto verso personaggi di quello che è stato il suo mondo. Stavolta ha definito “scappati di casa” i giocatori del Napoli che vinsero con Maradona il primo scudetto. E quelli del secondo? «Squadra decente».

Cassano conferma di non conoscere la storia. Perché i compagni di Maradona, nel primo come nel secondo scudetto, sono stati grandi calciatori. Parliamo del primo, stagione di grazia ’86-’87. Parliamo di Garella, il portiere appena scomparso che vinse il campionato dove non era stato mai vinto, prima a Verona e poi a Napoli, con il suo personalissimo stile.

O Beppe Bruscolotti, uno dei più forti difensori d’Italia negli anni ’70 e ’80, non preso in considerazione dal ct Bearzot perché c’era il blocco Juve. O Ciro Ferrara, titolare in squadroni come il Napoli di Diego e la Juve. O Sandro Renica, un libero d’eccellenza che ha replicato a Cassano sui social («Quello che è scappato è il tuo cervello»). E Salvatore Bagni, Nando De Napoli, Ciccio Romano, Andrea Carnevale, Bruno Giordano…
Scappati di casa? Cassano s’è fatto vecchio: sprizza inutile veleno, spara giudizi sbagliati e così non fa neanche sorridere.