Calcio Napoli

Cannavaro: “Una cosa mi preoccupa. La cultura del napoletano è di vedere un buon calcio”

Le parole dell'ex difensore del Napoli alla Gazzetta dello Sport

L’ex difensore del Napoli, Fabio Cannavaro, si è soffermato su diversi temi in casa Napoli tra cui la partenza di Kim ed il lavoro di Rudi Garcia.

Fabio Cannavaro, ex difensore di prestigiose squadre come Napoli e Real Madrid, ha concesso un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha espresso alcune considerazioni sul futuro della squadra azzurra. Cannavaro ha mostrato preoccupazione per la perdita di Kim, sottolineando la sfida di trovare un sostituto all’altezza del calciatore coreano, che è stato un elemento di grande forza per la squadra partenopea. Il campione del mondo ha comunque espresso fiducia nel Napoli attuale, affermando che il club sta apportando poche modifiche alla squadra, che già dispone di una solida base e di importanti fattori di successo.

“Sono un po’ preoccupato per la perdita di Kim: il coreano è molto forte e sostituirlo non sarà facile. Detto questo però il Napoli sta toccando meno di tutti la squadra, che è già ben attrezzata e c’è un fattore importante. Dopo che hai vinto, tutto ti riesce meglio, meno complicato. Sai qual è la strada per vincere e d è sicuramente un vantaggio”.

Riguardo al nuovo allenatore, Rudi Garcia, Cannavaro ha osservato come il francese abbia un atteggiamento più attendista rispetto al suo predecessore, ma ha riconosciuto che sarà difficile modificare il comportamento di una squadra che ha già un certo stile di gioco consolidato. L’ex difensore si è mostrato curioso di osservare le prime partite sotto la guida di Garcia, consapevole delle sfide che l’allenatore avrà di fronte dopo l’esperienza di Spalletti.

“Garcia? Il francese come atteggiamento è un po’ più attendista, anche se sarà difficile cambiare il comportamento di una squadra portata a un certo tipo di gioco. Sono curioso di vedere le prime partite. Non sarà facile, ma lo sarebbe stato per chiunque dopo Spalletti. Di solito meno tocchi e meglio è. Però ogni allenatore vuole metterci del proprio. Cosa mi aspetto? Una squadra che faccia divertire. La cultura del napoletano è di vedere un buon calcio. Attraverso delle buone prestazioni”.

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