Calcio ed emergenza coronavirus trattata dal vice presidente dell’Associazione italiana calciatori, Umberto Calcagno ai microfoni di Radio Punto Nuovo.
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“Chi ci governa ha dato delle direttive a cui bisogna attenersi. Non credo che i contagiati diminuiscano nelle prossime settimane, anche quanto detto da Damiano Tommasi è stato estrapolato da ciò che è un ragionamento più complesso, ma nessuno ci può assicurare di quello che accadrà” dice Umberto Calcagno presidente dell’Aic. “Stiamo cercando di assicurarci che vengano rispettate tutte le direttive durante partite e allenamenti, anche se stare ad un metro di distanza durante queste sessioni è molto difficile“. Certo in partita, così come in allenamento, è praticamente impossibile restare ad un metro di distanza e quindi rispettare le distanze di ‘sicurezza’ chieste dal governo per cercare di arginare il contagio da coronavirus.
Il campionato va avanti
Calcagno non prende in considerazione l’idea di fermare il campionato e rigetta con forza l’ipotesi: “No, abbiamo un forte senso di responsabilità. Mandare un messaggio di questo tipo sarebbe incongruente rispetto a ciò che ci circonda. Spezia-Pescara a porte aperte? Do qualche giustificazione a livello organizzativo, non è stato un lavoro semplice. Oggi siamo in strettissimo contatto con tutte le autorità, adesso non ci saranno più situazioni dettate dalla speranza che fosse un’emergenza di poche settimane. Tutto ciò che sarà deciso, da parte dell’AIC è nell’interesse della salute dei calciatori. Calciatori in zone rosse hanno una percezione differente della situazione, come giusto che sia. La questione sugli Europei spero non ci si debba ragionare, ma non ho la sfera di cristallo”. Intanto il campionato italiano va avanti con il fine settimana che sarà dedicato ai recuperi delle giornate giocate. Resta lo stravolgimento della competizione che si giocherà a porte chiuse almeno per un mese. Da definire ancora le date dei recuperi della Coppa Italia.