L’Amedspor milita nelle serie inferiori del campionato di calcio Turco, ma è l’emblema stesso del popolo curdo
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Amedspor non è un club qualsiasi, ma l’essenza del popolo CURDO, tristemente balzato agli onori della cronaca internazionale a causa di Erdogan e dell’attacco in Siria.
Il nome Amedspor non vi dirà praticamente nulla. Anche perché si tratta di una squadra che milita nelle serie inferiori turche. Difficilmente quindi potrebbe suscitare il vostro interesse.
Eppure l’Amedspor, spiega Sergio Chianese, ha una sua storia e una sua identità ben precise che si intrecciano con le vicende politiche e delicate del paese.
Amedspor , emblema del popolo Curdo
Amed infatti è la città che rappresenta di più il popolo CURDO e la squadra di questo territorio l’Amedspor appunto, è l’emblema stesso della gente.
Allo stadio i tifosi non ci vanno solo per vedere una partita di pallone, ma anche per rivendicare con striscioni e cori (più volte puniti anche con l’arresto dei malcapitati supporters) il loro stesso diritto di esistere.
Il diritto di essere CURDI in un paese che attua la repressione sistematica di tale etnia, non solo dal punto di vista fisico, con violenze, arresti e persecuzioni, ma anche dal punto di vista culturale.
Basti pensare che Amed è il nome della città per i CURDI ma i turchi la chiamano Diyarbakir e la stessa squadra di calcio dell’Amedspor è stata più volte redarguita per voler utilizzare quel nome CURDO.
Nonché ‘‘ripulita’’ dei suoi colori originali (GIALLO, ROSSO E VERDE) rei di essere i colori in cui si riconosce appunto il popolo CURDO.
(Come se il governo italiano decidesse un giorno che l’azzurro del Napoli viola la legge e ci imponesse di indossare un’altra maglietta e non esporre le bandiere che ci rappresentano).
Inoltre in molte zone della Turchia con radici ultranazionaliste, la squadra non trova nemmeno alberghi in cui alloggiare e viene accolta sempre da saluti militari o atteggiamenti degli stessi tifosi, calciatori o dirigenti avversari che tendono a rimarcare quanto conti solo l’identità Turca (proverbiale l’aggressione fisica che subirono i dirigenti dell’Amedspor da quelli della squadra dell’Ankaraspor).
Amedspor, calcio e libertà
Nonostante questi continui tentativi di eliminare l’identità CURDA, l’Amedspor resta la squadra prediletta per la gente di quell’etnia e ciò ha provocato più volte delle vere e proprie rappresaglie.
Nel 2015 il piccolo Amedspor era vicino a compiere un’impresa sportiva, arrivando fino ai quarti della Coppa di Turchia e contendendo al ben più blasonato Fenerbahce un posto in semifinale.
La partita precedente, in cui i ragazzi di Amed avevano battuto il Bursaspor, aveva creato non poche polemiche.
Un tweet considerato di stampo terroristico e pubblicato sul profilo della squadra all’indomani di quella vittoria (in realtà su un profilo che non era ufficiale e non era collegato alla dirigenza dell’Amedspor) spinse le forze governative ad intervenire con una perquisizione intimidatoria nella sede della squadra.
Tale perquisizione non fu l’unico atto contro l’Amedpsor. Andò molto peggio ad alcuni tifosi che avevano cantato durante la partita cori considerati anch’essi di stampo terroristico (decine di arresti) e al calciatore dell’Amedspor Deniz Naki, che aveva segnato il secondo gol contro il Bursaspor e fu squalificato per ben 12 giornate, multato economicamente e condannato ad un anno di reclusione per aver pubblicato un post sui social con la frase:
«Dedichiamo questa vittoria a coloro che hanno perso la vita e ai feriti durante la repressione nella nostra terra che va avanti da più di 50 giorni. Siamo fieri di essere un piccolo spiraglio di luce per la nostra gente in difficoltà. Come Amedspor, non ci siamo sottomessi e non ci sottometteremo. Lunga vita alla libertà!”
Amedspor e l’offensiva di Erdogan
Vi racconto questa storia di calcio e repressione, spinto da eventi recentissimi (l’offensiva scatenata da Erdogan sui territori del nordest della Siria).
Tali operazioni militari si inseriscono infatti in un pericoloso e criminale tentativo di colpire (con la scusa della lotta all’Isis) in realtà le milizie CURDE che tanto hanno fatto in quei territori per combattere e vincere contro i soldati del cosiddetto Califfato.
La strategia di Erdogan, senza mezzi termini, è quella di creare un’area in Siria controllata dal suo governo e senza CURDI, dove poter invece far insediare rifugiati siriani politicamente e culturalmente a lui più affini.
Pulizia etnica, né più, né meno.
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Amedpsor non è solo calcio anche se di calcio ho parlato.
Di un calcio dove cantare un coro o esultare in un certo modo, possono essere considerati illegali. In cui ti cancellano stemma e colori sociali, vietano costantemente le trasferte dei tuoi supporters.
Dove non si è i benvenuti in molte città e finisci in galera se non sei allineato con il governo.
Di un mondo e di un calcio, dove nel 2019, se ti definisci CURDO e vivi in Turchia o in zone limitrofe, lottando per avere semplicemente la libertà di essere ciò che sei, rischi di morire.
Di calcio parlo. E nient’altro…