Ottavio Bianchi, ha condiviso i suoi sentimenti profondi sulla città di Napoli e sul suo popolo in un’intervista rilasciata a Il Mattino.
CALCIO NAPOLI. L’ex allenatore del Napoli, Ottavio Bianchi ,in un’intervista rilasciata a Il Mattino ha parlato della sua esperienza a Napoli. Bianchi ha descritto l’esperienza di vivere nella città partenopea come il “dono più grande” della sua vita.
Bianchi e le lezioni di vita sotto il Vesuvio
Bianchi ha sottolineato come ogni giorno a Napoli gli abbia offerto una nuova lezione. Ha elogiato il popolo napoletano per la sua resilienza, la sua capacità di non lamentarsi e di godersi la vita nelle sue sfumature più semplici. Queste lezioni, ha detto, lo hanno arricchito non solo come allenatore ma anche come genitore.
“Vivere in quella straordinaria città è stato il dono più grande che mi hanno fatto. Perché non c’è giorno in cui io non abbia imparato qualcosa dai napoletani, un popolo che non si fascia mai la testa, che non si lamenta mai di nulla, che sa come godersi la vita anche nelle piccole cose. Le lezioni di vita che ho imparato nei vari anni sotto al Vesuvio mi hanno aiutato anche come genitore, non solo come allenatore”.
Maradona e le sfide dell’allenamento
Quando gli è stato chiesto di Diego Maradona, Bianchi ha risposto con un sorriso. Ha affermato che allenare Maradona non era difficile; la vera sfida era gestire coloro che pensavano di essere come lui.
Il duello con Pelé
Ricordando i suoi giorni da giocatore, Bianchi ha condiviso un aneddoto su come gli fu chiesto di marcare Pelé durante una tournée del Napoli negli USA. Nonostante le sfide, ha descritto l’esperienza come un duello indimenticabile, elogiando le abilità di Pelé.
“Il Napoli era in tournée in Usa, avevano dei dubbi se tenermi o no dopo un altro infortunio al ginocchio. E mi dissero: tu marchi O Rey. Bel modo per aiutarmi, pensai. Ma fu un duello fantastico, aveva uno stacco fenomenale e giocava di destro e sinistro. Mi tennero pure l’anno dopo”.
Ottavio Bianchi ha vissuto momenti indimenticabili a Napoli, sia come allenatore che come residente. Le sue parole riflettono l’amore e la gratitudine per una città e un popolo che gli hanno dato tanto.