Rassegna Stampa

Il Verdi Day non è andato come ci si aspettava. Indifferenza e infortunio per lui

Fabio Tarantino – Il Roma: “Domenica sfortunata per Simone Verdi. Prima l’indifferenza e poi l’infortunio”

Ignorato e sfortunato: eccola, in sintesi, la domenica tremenda di Simone Verdi, l’apparente uomo mercato del Napoli, il “pupillo” di Sarri corteggiato a lungo prima di declinare l’offerta azzurra, scegliendo di restare nella “sua” Bologna, rinunciando all’idea del salto in una big come alternativa di lusso, una risorsa in più a disposizione del suo allenatore di Empoli che l’attendeva per rinforzare l’attacco azzurro.

VERDI DAY. Non è andata come se l’aspettava, a partire dall’accoglienza: Verdi è arrivato a Napoli scortato da diversi agenti di polizia, era convinto – o gli avevano fatto credere – di ritrovarsi immerso nella contestazione di una città delusa per il suo diniego. Nulla di tutto questo. In campo e fuori, Verdi è stato semplicemente ignorato. Uno dei tanti. Napoli ha rispettato la sua scelta ed è già orientato altrove, a caccia di nuovi esterni, senza rimorsi né rimpianti. Non c’è stato spazio per i fischi e non c’è stato neppure il pienone delle grandi occasioni. Non era neppure previsto. I dati della vigilia annunciavano i 37.227 presenti per la sfida al Bologna, la terza del girone di ritorno, la gara del nuovo sorpasso alla Juve e la conferma, l’ennesima, di una stagione da vivere intensamente fino alla fine, imprevedibile ed entusiasmante, coinvolgente nel suo esito incerto.

INDIFFERENZA. L’uomo più atteso, per molti e certamente non per tutti, è rimasto nell’ombra degli spogliatoi quando la squadra ha effettuato il classico sopralluogo sul terreno di gioco del San Paolo. Tutti in giacca e cravatta e Verdi nel ventre dello stadio, facendo chissà cosa, concentrandosi per una partita che sentiva in modo particolare. Quand’è entrato in campo per la prima volta, in occasione del riscaldamento, non si notava: s’è mimetizzato tra i suoi compagni, indossava scarpe rosse e lo stadio, che intanto andava pian piano riempiendosi, ha scelto di non sforzarsi troppo per individuarlo.

Qualche fischio collettivo destinato al Bologna, nessuno escluso, e poi carica e sostegno al Napoli, che s’allenava dall’altra parte del campo, sotto la Curva B. In campo appena quattro minuti, poi l’infortunio che l’ha costretto ad uscire: mentre zoppicando abbandonava il campo, ad un passo dal tunnel che conduce agli spogliatoi, Mbaye ha siglato l’autogol del pareggio. L’istante della beffa: ne ha di fantasia, il destino.

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